Pappalardi, l'autopsia: "Non c'è stata violenza"

La conferma del referto medico: "Feriti in seguito alla caduta". Un’agonia durata due giorni per Salvatore: ucciso dal freddo e dalla fame. Francesco morto dopo otto ore

Pappalardi, l'autopsia: 
"Non c'è stata violenza"

Gravina - Nessun segno di violenza prima di precipitare nella cisterna: Ciccio è morto dopo otto ore, nella caduta ha riportato la frattura di una vertebra, di una gamba e del bacino; Tore probabilmente si è calato da un’altezza inferiore, si è ferito a un piede, è sopravvissuto e si è spento nel sonno per il freddo e la fame al termine di un’agonia di quasi due giorni. Questo è quanto venuto fuori dall’autopsia eseguita ieri su Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini di 13 e 11 anni scomparsi il cinque giugno di due anni fa a Gravina in Puglia e trovati senza vita il 25 febbraio scorso in un pozzo nel centro del paese. Adesso dall’esame incrociato degli esperti emerge una nuova ricostruzione della tragica fine dei ragazzini e prende consistenza l’ipotesi che si sia trattato di un incidente: i bambini sono finiti nella cisterna per errore e sono rimasti sepolti vivi in quella voragine che sprofonda per venticinque metri nei sotterranei di un’antica residenza nobiliare, “la casa delle cento stanze”.

L’autopsia, durata oltre cinque ore, è stata eseguita ieri nell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari dai professori Francesco Introna e Vito Romano. Alla fine non è stato rilevato “alcun segno di violenza ma solo lesioni compatibili con una precipitazione”, spiegano i periti. E così trova conferma il quadro che aveva cominciato a delinearsi fin dai primi accertamenti tecnici, dopo la tac e la risonanza magnetica: i ragazzini non sono stati picchiati, Ciccio è finito nella cisterna per un incidente, proprio come accaduto a Michele, il dodicenne tratto in salvo dai vigili del fuoco mentre giocava con gli amici; il cunicolo che sprofonda nella cisterna ha cinque accessi e alla luce delle lievi ferite riportate nella caduta, gli investigatori ipotizzano che Tore si sia calato da un’altezza inferiore, probabilmente dal primo piano, nel tentativo di soccorrere il fratello. “Abbiamo confermato quadri patologici che già conoscevamo e abbiamo evidenziato altre patologie non emerse prima che ci chiariscono la dinamica degli eventi”, dicono i medici legali, che proseguiranno con gli esami istologici e verificheranno il contenuto gastrico. Ma già i primi risultati si rivelano un tassello importante in un mosaico investigativo che si è modificato dopo il ritrovamento dei corpi: le lesioni sono state tutte provocate dalla caduta, un verdetto che contrasta con la prima ricostruzione della polizia che portò all’arresto del padre dei fratellini.

Lui, Filippo Pappalardi, il camionista di 42 anni rinchiuso nel carcere di Velletri con l’accusa di aver ucciso i figli, ha chiesto di essere interrogato e questa mattina sarà ascoltato dal gip del tribunale di Bari Giulia Romanizzi. Il magistrato nei prossimi giorni si dovrà pronunciare sulla richiesta di scarcerazione avanzata dall’avvocato di Pappalardi, Angela Aliani, che in una perizia fonica contesta quanto venuto fuori dalle intercettazioni ambientali: secondo il legale sono stati commessi errori di trascrizione perché in quelle conversazioni il padre di Ciccio e Tore si esprimeva in dialetto. La Procura, invece, ritiene valido l’impianto accusatorio e ha espresso parere negativo al ritorno in libertà.

Ieri sulla tragedia dei fratellini è intervenuta anche la nuova compagna del 42enne, Maria Ricupero, che nel corso di un’intervista a “La vita in diretta” ha dichiarato: “La sera della scomparsa io e Filippo abbiamo cercato i nostri figli, la giustizia invece è andata a dormire”.

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