Sono tanti, affollati, incattiviti dallattesa, avidi. Li vedi al freddo di una notte newyorchese, davanti a un centro commerciale, come fedeli in una cattedrale il giorno di Natale. È lumanità di questa nuova religione che crede nel paradiso del tutto e subito. Il primo comandamento è non aspettare. E così sia. Qualche volta davvero non capisci. Arriva sul mercato la Playstation 3. È attesa. È bella. È nuova. Ma davvero tutta questa folla doveva possedere questo monolite ora, di notte, tra la calca, pagando un prezzo più alto, con una meraviglia tecnologica ancora da testare? La domanda è: ma se la prendi tra una settimana o un giorno cosa cambia? La risposta è: «non so aspettare». È un gioco che si ripete. La folla avanza in libreria per una copia dellultimo Harry Potter. Blocca le porte del cinema per un Guerre Stellari. La folla spinge, chiede, pretende lultima primizia. Lattesa è un reato, un peccato. È lappuntamento mancato con il presente. È sentirsi fuori ritmo, fuori tempo, lontano dalla palla. Il dio di questa religione non è il denaro, ma il possesso «hic et nunc». I valori dei beni è legato alla novità. Viviamo nel culto dellanteprima. Il Natale arriva a fine ottobre. Lanno muore a settembre, gli altri tre mesi sono una triste eutanasia. Il centenario di uno scrittore, di una scoperta, di una rivoluzione è già notizia un anno prima. Si vive consumando il futuro.
È lantitesi delle religioni tradizionali. Il Cristianesimo è vissuto sullattesa, sulla promessa del giudizio finale e del regno dei cieli. Il mondo come passaggio.
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