Taglio e piega a prezzi stracciati. E soprattutto 24 ore al giorno di attività no stop. Sette giorni su sette. Non è una promozione speciale. Ma la consuetudine di lavoro dei parrucchieri cinesi ed extracomunitari. Ben diversa da quella regolamentata dall'associazione professionale. «Abitudini che piacciono poco ai rappresentanti della categoria - dice Alessio Piana, consigliere comunale della Lega - ma ancora meno ai cittadini che vivono vicino a queste botteghe e si lamentano delle aperture fino a tarda ora per problemi legati al rumore e alle frequentazioni». L'esigenza, è quella di trovare un regolamento che sia comune a tutti i negozi di parrucchiere, in modo che si stabiliscano le ore e i giorni in cui gli esercenti possano lavorare. «Per gli artigiani iscritti alle associazioni di categoria, l'apertura continuata e i prezzi stracciati rappresentano una concorrenza sleale. Le regole devono essere uguali per tutti». Piana ha presentato uninterpellanza in consiglio comunale. «Avevamo già in programma di rivedere il regolamento con l'associazione di categoria - spiega Gianni Vassallo, assessore al commercio -, ma non siamo riusciti a concluderlo entro il 2009». Ma entro fine febbraio dovrebbe essere presentato il nuovo regolamento, che prevede un orario di apertura della bottega fissato a 13 ore al giorno, per un totale di 50 ore settimanali. Che probabilmente i parrucchieri potranno gestirsi come meglio credono.
Sarà anche approntata una specifica commissione di controllo, cui spetterà il compito di monitorare e segnalare le irregolarità, soprattutto la concorrenza sleale.Un occhio di riguardo, poi, per la formazione: dovrà essere certificata, per tutti, da una delle scuole professionali riconosciute dall'associazione di categoria. In difesa della qualità del servizio.
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