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Parte la B, ma mezzo campionato resta a guardare

Torneo condizionato dalla rivolta dei sindaci e dal caos attorno al futuro del Toro. Giovannone: «Verserò il capitale e sarà mio»

Silvano Tauceri

È partito ieri sera da Verona il campionato di serie B più folle della storia. I sindaci non vogliono il calcio al sabato pomeriggio, di qui la rivolta che blocca sei delle undici partite in programma oggi alle 15 per la giornata inaugurale.
Questo campionato aveva già avuto una gestazione difficile, ridisegnato dalla giustizia sportiva. Ora, grazie alla decisione della Lega potrebbe trovare la giusta identità con i vantaggi di un’ampia immagine mediatica (tv e stampa) e maggiori incassi, ma si scontra con l’ira dei sindaci. Si apre un difficile, quanto insolito, contenzioso con l’organizzazione calcistica il cui presidente Galliani ha annunciato il ricorso alle azioni legali. Roberto Reggi, sindaco di Piacenza e promotore della rivolta, ha convocato per mercoledì un incontro con gli altri sindaci in vista di un probabile confronto con la Lega calcio.
In questo scenario deprimente si innestano altri eventi tutt’altro che marginali. Resta irrisolta soprattutto la vicenda per la proprietà del Torino, il conflitto fra il laziale Luca Giovannone e l’editore Urbano Cairo con tutto il contorno delle violenze scatenate dagli ultra. Ieri è nato il nuovo Torino Football Club, ovvero la srl creata dal gruppo che ha chiesto di aderire al lodo Petrucci: è stata cambiata la ragione sociale e deciso un aumento di capitale dagli attuali diecimila euro a dieci milioni. Capitale che dovrà essere versato entro mercoledì: se Giovannone non eserciterà la propria opzione, la scrittura privata - come ha detto Chiamparino - decadrà. Ma l’imprenditore ciociaro ha già sgombrato il campo da equivoci: «Verserò la quota. Il Torino non merita questa situazione: basta con i pagliacci e i saltimbanchi». Anche se Cairo gli ha mandato un chiaro messaggio: «Mi dica quanto vuole, lo pago e mi prendo la società».
Il Codacons da parte sua ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro i sindaci ribelli sostenendo che non possono impedire l’uso dello stadio, contestando anche il difetto delle motivazioni (mercati rionali, apertura dei negozi) all’origine della rivolta.
Infine ieri è cominciato al tribunale di Genova l’esame del ricorso della società rossoblu avverso all’ordinanza del giudice Vigotti che rinunciava alla giurisdizione in merito all’appello contro la sentenza della Caf per illecito sportivo.
A margine di tutto questo c’è anche il campionato: la stella è il Bologna che parte in pole position con Brescia, Atalanta, Catania e Piacenza.

Ma se ne riparlerà quando scenderanno finalmente in campo tutti.

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