Politica

La partita di Pierfurby

«Casini è un traditore. Che aspetta ad andarsene di là, col suo compare Follini? Tanto abbiamo capito che ormai sta più di là che di qua, più con il governo Prodinotti che col centrodestra».
Con termini più o meno coloriti, è questa la sintesi delle centinaia di lettere che sono giunte in redazione nelle ultime settimane. Il flusso postale si è arricchito dopo il voto sulla missione in Afghanistan

La partita di Pierfurby

«Casini è un traditore. Che aspetta ad andarsene di là, col suo compare Follini? Tanto abbiamo capito che ormai sta più di là che di qua, più con il governo Prodinotti che col centrodestra».
Con termini più o meno coloriti, è questa la sintesi delle centinaia di lettere che sono giunte in redazione nelle ultime settimane. Il flusso postale si è arricchito dopo il voto sulla missione in Afghanistan e, com’era da prevedere, anche il tono delle missive s’è alzato: il leader dell’Udc è guardato con sospetto, più come nemico che come un amico che sbaglia.
Conosco Pier Ferdinando da anni, ma soprattutto conosco l’ambizione che sta dietro a molte sue scelte e cercherò di spiegare perché non è un traditore, ma semmai un calcolatore. So bene di camminare sul filo del rasoio, perché dare del calcolatore a qualcuno equivale a dargli dell’opportunista. Ma non è questa la mia intenzione. Casini è scaltro, non a caso lo hanno ribattezzato Pierfurby, ma è anche uno che pianifica la sua strategia e soprattutto la sua carriera.
L’uomo ha poco più di cinquant’anni e da un pezzo ragiona attorno al futuro suo e a quello dell’Italia, di cui si immagina prima o poi alla guida. Credo che abbia cominciato a calcolare le sue mosse il giorno dopo essere stato eletto presidente della Camera, nell’aprile di sei anni fa. Grosso modo il suo pensiero è stato questo: il Cavaliere nel 2006 avrà settant’anni e se perde le elezioni – e le perderà perché in questo Paese l’elettore è per natura contro il governo in carica – va a casa. Senza Berlusconi, Forza Italia si squaglierà come panna montata e io – unico vero moderato del centrodestra – mi prenderò la metà, forse più, dei suoi voti. Ereditato metà dell’elettorato azzurro, Casini avrebbe stretto un patto con Mastella e Rutelli per fondare un grande partito di centro, spazzando via il bipolarismo per dar vita al tripolarismo, dove il terzo polo, il suo, è quello che sta sempre al governo, mentre sinistra (Ds) e destra (An) si alternano. Insomma, la teoria dell’alternanza di Pier Ferdinando è a uso e consumo suo. Attenzione: la politica è calcolo e anche cinismo, dunque l’ex presidente della Camera non ha fatto nulla di male a immaginarsi alla guida delle legioni centriste. Semmai ha peccato un po’ d’immodestia. O forse ha sbagliato i calcoli, fidandosi troppo della sua testa d’uovo, uno che già nel cognome non lasciava presupporre nulla di buono: Follini. Come sappiamo Berlusconi è caduto in piedi e non ha nessuna intenzione di ritirarsi. I sogni di Casini dunque sono finiti sotto gli zoccoli del Cavaliere. Al capo dell’Udc non resta dunque che disarcionare il fantino azzurro, operazione non certo facile. Per fiaccare l’animo del leader di Forza Italia, Pierfurby ha bisogno di tempo e non può assolutamente permettersi elezioni anticipate. È per questo che, se serve, è sempre pronto a dare un aiutino al centrosinistra. Se Prodi cadesse e si tornasse a votare, per il calcolatore dell’Udc sarebbe una frana: non potrebbe passare a sinistra perché perderebbe metà elettorato, ma non potrebbe neppure correre da solo perché sparirebbe. Insomma, gli toccherebbe tornare sotto l’ala di Berlusconi, contribuendo a farlo vincere ma allontanando sempre di più i suoi sogni di gloria. Casini è dunque costretto a giocare una partita di logoramento, del Cavaliere naturalmente, mica del governo. Da Berlusconi non fa altro che prendere le distanze, e quando può, gli tira calci negli stinchi. A Prodi ingiunge – salendo al Quirinale – di dimettersi, ma sono certo che in cuor suo invoca la Madonna di San Luca affinché non faccia scherzi. Ce la farà a spuntarla? A farci tornare alla teoria dei due forni di andreottiana memoria? Il ragazzo è tenace. Ma non so se riuscirà nel suo intento. Per ora so solo che se si impegna riuscirà a far perdere alla Casa delle Libertà le elezioni amministrative.

Così, tanto per vedere se Berlusconi perde la pazienza e manda tutto a casini.

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