Altro che vergognarsi del presepe a Natale. La scuola ligure riscopre la sua identità cristiana nella festa più importante dellanno. Gli auguri di Pasqua del direttore generale scolastico agli studenti, alle loro famiglie, agli insegnanti e al personale dei tanti istituti, a tutti gli enti locali, segnano una svolta. Magari faranno arricciare il naso a molti, costringeranno altri a non far polemiche per non mostrarsi troppo laicisti alla vigilia del voto, ma restano un messaggio preciso, forte, rivolto a tutti. La lettera aperta di Anna Maria Dominici non si presta a troppe interpretazioni e forse per la prima volta richiama tutti i protagonisti della scuola al vero significato della Pasqua. Che non è quello delle vacanze prolungate, anche se «ogni anno la ricorrenza della Pasqua ci coglie quasi impreparati, impegnati come siamo sempre in mille incombenze del fare e in altrettante preoccupazioni ed ansie dellesistere». La Pasqua non è questo. Il dirigente va subito diretto al punto: «Inutile nascondercelo: la Pasqua ci chiama a confrontarci con la nostra tradizione cristiana, a maggior ragione oggi». Se qualcuno avesse dei dubbi, è pregato di fugarli. La radice cristiana non si tocca.
Se Anna Maria Dominici firma gli auguri alla «sua» scuola ligure il giorno dopo la prolusione del cardinale Bagnasco alla Cei è certamente una coincidenza. Ma le parole del dirigente scolastico vanno nella stessa direzione. Senza sconti, né spazi per le interpretazioni. (...)
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