Milano batte New York. Almeno nella moda. E non solo perché la direttrice di Vogue America Anna Wintour ha ammesso di aver visto sulle nostre passerelle «cose molto interessanti» e che «la moda italiana è di altissimo livello». Ma perché, per dirla con Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana, «le sfilate newyorkesi sono inferiori alle nostre, sia per offerta che per modalità di organizzazione. Una struttura come la nostra? Se la sognano».
E per dare uno stacco definitivo alla Grande Mela, ieri Boselli fra una sfilata e laltra ha annunciato alcuni importanti progetti. Prima di tutto: portare le pre-collezioni donna allinterno di un calendario ufficiale. «Milano moda pre-collezioni completerà le settimane milanesi e si ripeterà due volte lanno, fra maggio e giugno per la primavera, e fra novembre e dicembre per lautunno-inverno», ha spiegato. Due settimane in cui le case di moda possono organizzare sfilate «tecniche» per buyer e (separatamente) per giornalisti, negli showroom. Solo su appuntamento, come succedeva un tempo negli atelier. Un momento molto importante, questo delle pre-collezioni (nate proprio a New York, «che per sentirsi al livello di Milano e Parigi ha inventato la cruise») che da sole fanno ormai almeno i due terzi del fatturato di una stagione.
Grazie a questa iniziativa, Milano potrà superare di gran lunga le fashion week di Parigi e di New York. E potrà finalmente avere un calendario più snello (e dunque cancellare in un colpo tutte le polemiche).
Seconda novità annunciata ieri dalla Camera della moda: «Milano moda design». Ovvero: includere tutte le presentazioni delle griffe che disegnano anche collezioni per la casa nella settimana del Salone del mobile (dal 16 al 21 aprile) in un apposito calendario. A dimostrare, ha spiegato il direttore della Camera della moda Giulia Pirovano, «che la moda è uno stile di vita che contamina tutti i settori».
Ultimo (ma non ultimo) progetto: una joint venture con la Abu Dahbi fashion week. Che debutterà il prossimo 15 marzo e vedrà alternarsi i talenti più promettenti della moda del cosiddetto «Samena», area geografica che va dal Medio Oriente, all'Asia del Sud allAfrica. E se ieri a Milano ha sfilato la prima stilista selezionata da Abu Dhabi per le passerelle milanesi, Milia M., a marzo la manifestazione ospiterà alcuni giovani talenti italiani.
Levento, organizzato dalla società Maven e sostenuto dal governo di Abu Dhabi, permetterà di creare una vera sede per lindustria della moda mediorientale e di rinforzare in questo modo la ricchezza economica del Paese. Ma Abu Dhabi rappresenta anche unottima opportunità per i nuovi talenti. E apre un nuovo e importante scambio culturale fra Italia e Medio Oriente.
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