È morta la scrittrice che amava Mozart e i gatti. Maria Brunelli ha chiuso gli occhi laltra sera, poco prima che su Milano esplodessero i botti di Capodanno. Se ne è andata con lo stesso elegante understatement con cui ha nascosto anche agli amici la malattia, lasciando sulla scrivania la prima copia dellultimo suo romanzo, La pianista di Sambor (Editore Carte scoperte) che sarà in libreria il 19 gennaio.
Elegante e di pensiero stoico era questa minuta signora, da lunghi anni collaboratrice del Giornale, per quasi venti attivissima nel Premio P.E.N. Club (che difende la libertà despressione in tutti i Paesi del mondo), di cui è stata segretaria generale e poi vicepresidente. Unautrice dalla vena pacatamente malinconica, mai a rischio di diventare sospirosa, subito sferzata da unironia che talvolta sconfina nel surreale.
Milanese (a Milano era nata il 28 giugno 1934) aveva fatto di una certa borghesia intellettuale meneghina - quella che abita dentro la cerchia dei Navigli e si muove fra la Scala e il Conservatorio - il soggetto dei suoi romanzi più riusciti. Laureata in filosofia allateneo di Pavia con una tesi sulla figura di Don Giovanni in Kierkegaard e Mozart e diplomata in pianoforte al Conservatorio, Maria Brunelli aveva tutte le chiavi per aprire quel mondo un po appartato e schivo che rappresentava con affettuoso sarcasmo e qualche deliziosa punta di cattiveria. Lultimo concerto del 1997 (Marsilio) e Passo daddio del 2004 (Aragno) sono esemplari di questo stile sommesso e raffinato, ormai quasi introvabile sul mercato editoriale. Dove invece aveva lasciato briglia più sciolta alla sua «cattiveria» era stato in Nemici di famiglia (Marsilio), resoconto delle ostilità fra due famiglie-bene milanesi, con il quale nel 1994 aveva vinto il premio Comisso.
La passione di Maria erano i gatti. Gli amici hanno pianto con lei la morte del venerando Otto, sostituito dopo qualche esitazione da Amedeo che è un siamese birbantello. Diceva: «Non vorrei lasciarlo orfano», e questa fu forse lunica, non compresa, allusione allinsidia che si portava dentro.
Nellultimo romanzo La pianista di Sambor, Maria Brunelli torna alla prediletta musica: la protagonista è una celebre pianista che apprende, durante un concerto a Varsavia, che i suoi veri genitori erano ebrei, morti durante loccupazione nazista. Al tema musicale si intreccia il doloroso dramma europeo degli anni Quaranta, noto allautrice anche per le vicende della famiglia del marito, il filosofo Remo Cantoni.
I funerali civili di Maria Brunelli si svolgono domani a Milano. Partendo dallabitazione di via Visconti Venosta 1 alle 10.30, il feretro verrà trasportato al cimitero di San Bovio (Peschiera Borromeo) dove la scrittrice sarà sepolta accanto a Remo Cantoni, scomparso nel 1978.
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