Il pastore Gelindo e la Penagia che porta il burro

Ci sono tre personaggi che nel presepe milanese non devono mai mancare. Si tratta di Gelindo che sarebbe il primo pastore sempre inginocchiato davanti a Gesù Bambino. Gelindo è un uomo anziano, ha dei pantaloni al ginocchio, una giacchetta e una mantella col cappuccio. Baghèt è invece il suonatore di cornamusa con la camicia gilet di pelliccia, pantaloni sotto il ginocchio e un berretto lungo. A differenza di Gelindo è un giovanotto. Un altro personaggio è la donna che stringe tra le mani il camicino bianco per Gesù. In testa ha un fazzoletto e sul vestito lungo porta un grembiule. Poi ci sono i mestieri. E il primo personaggio, la statuina più importante è Penagia, la donna che fa il burro. Indossa un berretto a falde larghe una camicia accollata e un grembiulino sulla gonna lunga. Manola della «Stele» racconta che la posizione delle statuine è sempre piuttosto statica, come vuole la tradizione. «Sono un po’ primitive, statiche, tanto che traspare molto più il valore simbolico. L’aspetto plastico della scultura passa così un po’ in secondo piano».

Il significato? Nel presepe non può infatti mancare qualcuno che porti il cibo per Gesù e subito dopo chi porta le vesti per coprirlo. Ma ci deve essere anche una luce, (ecco l’uomo con la lanterma), l’acqua come simbolo di purificazione, e il fuoco.

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