No allo scambio dazioni tra Sea e Serravalle. Sì a una modifica dello statuto di Serravalle che dia più valore alle azioni pubbliche in mano al Comune. Forse alla creazione di un pacchetto azionario infrastrutture Provincia-Comune da collocare insieme sul mercato. E soprattutto la richiesta di un incontro con il premier e il ministro dellEconomia per escludere le spese dellExpo dal patto di stabilità. Sono i principali risultati dellincontro tra il sindaco, Giuliano Pisapia, e il presidente della Provincia, Guido Podestà, sulla sinergia tra istituzioni.
Nel corso dellincontro si è parlato anche di F2i, il Fondo infrastrutture italiane di Vito Gamberale che - secondo insistenti notizie circolate sulla stampa economica specializzata - avrebbe manifestato interesse alle azioni Serravalle ma anche allipotesi di un più complesso pacchetto azionario che comprenda Serravalle, Sea, Pedemontana, fibre e acqua.
Continuano così le prove dintesa tra Comune e Provincia sulla gestione dei pacchetti azionari delle partecipate. Il tempo del bilancio stringe e il Comune, «impiccato alla Serravalle» (come dice lassessore al Bilancio, Bruno Tabacci), insiste con palazzo Isimbardi perché lo aiuti a trovare una soluzione.
Il sindaco ha ribadito di avere molta «fretta» di trovare una soluzione: entro il 30 settembre dovrà essere votato lequilibrio di bilancio e, senza unintesa su Serravalle, il Comune si troverebbe con un buco di 170 milioni. Podestà ha risposto di no allo scambio di quote Sea con quote Serravalle, perché ritiene «strategica» la partecipazione della Provincia nella società aeroportuale.
Il presidente della Provincia si è invece detto disponibile a modificare lo statuto della Serravalle così da concedere al Comune (e così anche al futuro acquirente) il diritto di sedere nel consiglio damministrazione, cosa che renderebbe più appetibile il pacchetto azionario in mano a palazzo Marino. Lasta per il 18 per cento delle azioni Serravalle bandita dal Comune è infatti andata deserta e, tra le ragioni, cè anche lo statuto della società, modificato ai tempi della giunta Penati con lopposizione di Forza Italia in provincia e dellallora sindaco Albertini.
Spiega Podestà: «È uno statuto anomalo, che vogliamo portare alla normalità, perché al momento quattro consiglieri sono del socio di maggioranza e il quinto può essere scelto fra gli altri soci pubblici.
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