Cultura e Spettacoli

La pattuglia acrobatica dei giovani editori

Stefania Vitulli
Sono quattro i nuovi marchi editoriali entrati nel mercato italiano nell'ultimo mese. Allora non è vero, come si grida da anni, che il panorama editoriale del nostro Paese è obeso di titoli e autori, che di editoria non si campa e che i lettori sono così pochi che non bastano nemmeno per chi già esiste. Per chi vive di libri c’è speranza, se tra i nomi che puntano sul nuovo ci sono il manager di multinazionali Luca Federico Garavaglia, l’ex direttore editoriale della Bur Lorenzo Fazio, l’ex direttore marketing di Skira Marco Jellinek e l’ex curatrice dei classici Fazi Loretta Santini. Ne abbiamo chiesto conferma proprio a Fazio, che ha debuttato il 10 maggio con il libro di Oliviero Beha Come resistere alla palude di Italiopoli, primo titolo del marchio chiarelettere: «Avevo già testato questa idea con alcune collane Bur - risponde Fazio -. Attualità e inchiesta giornalistica insieme per titoli di saggistica di testimonianza. Alla Bur il lavoro diede ottimi frutti, per cui so già di poter contare su uno zoccolo duro di lettori interessati, gli stessi che hanno sbancato le librerie per il bestseller di Roberto Saviano».
Il marchio di Fazio, che si dichiara totalmente indipendente «da qualsiasi gruppo di potere», è il frutto di una società che lo vede proprietario al 30 per cento. Gli altri soci sono il gruppo Mauri-Spagnol, Sandro Parenzo e Guido Roberto Vitale. La sede sarà nella milanese via Guerrazzi e la distribuzione Messaggerie. «Avremo due collane: una di pamphlet, con un minore peso di pagine e un prezzo più basso, e una di vera inchiesta giornalistica. L’idea comunque è quella di creare un marchio che in futuro faccia anche Dvd e con una forte presenza sulla rete, con blog e podcasting, grazie anche ad un gruppo di volontari», preannuncia Fazio.
«Siamo due soci e credo rimarremo comunque un nucleo ristretto» racconta invece la storica dell’arte Paola Gallerani che insieme a Marco Jellinek ha fondato a Milano Officina Libraria, editrice che ha debuttato pochi giorni fa con il volume Questo quaderno appartiene a Giovanni Testori. Inediti dall’archivio, di cui è anche autrice. «È il modo migliore per tenere sotto controllo internamente il processo produttivo all’insegna della cura e della qualità. Il mestiere di editore è notevolmente peggiorato: noi vorremmo recuperare il suo ruolo di mediatore culturale, oltre a seguire la vita del libro a pubblicazione avvenuta. Dedichiamo perciò attenzione particolare alla promozione e alla diffusione dei nostri volumi presso le biblioteche italiane e straniere e altri istituti di cultura come università e fondazioni». Officina Libraria, distribuita in libreria da Messaggerie libri, si dedicherà in prevalenza alla storia dell’arte, per libri «di valore ma non per forza elitari» e ha già progetti di coedizione con il Louvre e la National Gallery. Tra i titoli previsti a settembre, una guida illustrata del Castello Sforzesco di Milano, i Cronolibri di Rembrandt e Tiziano e un saggio di Alessandro Morandotti sul collezionismo in Lombardia. Il vostro è un pubblico di nicchia in un paese in cui i lettori sono già una nicchia, chiediamo a Gallerani. Come pensate di sopravvivere? «Siamo convinti che il lavoro di qualità venga riconosciuto e perciò paghi. Soprattutto all’estero. Perciò partiamo con un’ampia apertura internazionale».
Ben diversi gli obiettivi della nuova casa editrice di narrativa e saggistica generaliste di Luca Federico Garavaglia, trisnipote di Romualdo Marenco, l’autore delle musiche del «Ballo Excelsior», che debuttò alla Scala l’11 gennaio 1881, segnando lo stile e l’immaginario della società milanese di fine Ottocento. Le edizioni Excelsior pubblicarono tra l’altro, nel 1916 Come si seducono le donne di Filippo Tommaso Marinetti. Nel presentare la nuova Excelsior 1881, l’editore gioca invece sull’understatement: «Un libro si legge per avvantaggiarsi sulla realtà, affrancandosene per un attimo grazie alla fantasia o compenetrandola meglio grazie alla saggistica». Tra le prime uscite, una raccolta di racconti inediti di Gustave Flaubert, Mosca la capitale nel blocknotes del dissacrante Michail Bulgakov, ma anche il saggio L’ingratitudine, del filosofo francese Alain Finkielkraut e Sfogliar verze di Giorgio Conte (fratello di Paolo). Sede prestigiosa a palazzo Visconti, in via Lanzone, a Milano; quattro collane di narrativa, tre di saggistica, due di varia; 35 novità all’anno con tirature medie di 4-5mila copie; distribuzione Rizzoli Rcs; un consulente letterario navigato come Piero Gelli, Excelsior si è aggiudicata anche l'edizione italiana del libro più discusso in Francia nell’ultimo anno: Come parlare di un libro senza averlo mai letto di Pierre Bayard.
Forte presenza femminile nei titoli che segnano il debutto dell’indipendente Elliot, che nasce a Roma con uno staff di nomi già noti in editoria: Loretta Santini, ex Fazi, Monica Capuani, traduttrice e giornalista che porta in Elliot l’interessante marchio nato nel 2005 e dedicato al teatro Reading Theatre, Giovanni Arduino, già Sperling&Kupfer e Felice di Basilio, già Arcana. L’editore, promotore e distributore è Vivalibri, che ha acquisito anche il marchio Arcana, sempre diretto dal gruppo citato. Si prevedono circa 25 titoli l’anno tra narrativa straniera, saggistica, musica, teatro, graphic novel e fumetti.
Le prime novità sono già in libreria: Angeli pericolosi di Francesca Lia Block, favole punkettare di gioventù losangelina, Io e Mittee, di Daphne Rooke, ritratto impietoso e in parte autobiografico della classe dominante sudafricana e l’adattamento teatrale di Fahrenheit 451, a cura di Ray Bradbury, in contemporanea con l’attesa messa in scena di Luca Ronconi. Se c’è posto per la saggistica leggera (con Il piccolo libro del plagio di Richard Posner, guida per riconoscere «il più patetico dei reati», in uscita a giugno), anche per Elliot, come per Excelsior 1881, niente autori italiani.

Si vede che nessun esordiente ha solleticato «il gusto, il piacere e la ricerca di storie che raccontino la realtà» che i nuovi editori si propongono come obiettivo.

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