Il Pdl resta sul trono, si prepara la squadra del Pirellone

Ecco i primi nomi dei candidati che entreranno in Consiglio regionale. Lotta sul "listino", successo per Sala e Maullu. Si salva Buscemi. La sorpresa nei nomi del Carroccio

È la legge del contrappasso. Certi all’inizio, e incerti fino all’ultimo. Il sedici del listino «bloccato» di Formigoni per qualche giorno sono rimasti nel limbo di ricorsi e contro-ricorsi, con il rischio dell’esclusione. E solo stamattina si avrà la certezza se entrano in blocco nel consiglio regionale o, come sembra, solo i primi otto. E tra i nomi che non dovrebbero avere la poltrona c’è anche l’ex assessore alla Sanità Luciano Bresciani, fedelissimo di Bossi. Già ieri la seconda metà del listino ha tremato quando la prima sezione scrutinata ha dato un esito da standing ovation. La lista Per la Lombardia guadagnava il 78,7 per cento delle preferenze. Panico. Il presidente ha fatto sì il «cappotto» al candidato del Pd Filippo Penati - ha preso 2,6 milioni di voti e lo ha sorpassato quindi di oltre un milione - ma senza arrivare all’impossibile.

[La partita si è chiusa 56% a 33. Ma il Pdl e la Lega insieme hanno volato oltre quota 58% con le conseguenze sul listino. Al momento il Pdl dovrebbe eleggere direttamente 23 consiglieri e il Carroccio 17 o 18. Dentro quindi l’ex capogruppo del Pdl Paolo Valentini, Doriano Riparbelli, Roberto Alboni, [/TESTO]l’ex showgirl e igienista dentale Nicole Minetti, il fisioterapista del Milan Giorgio Puricelli. Passano il parlamentare della Lega Andrea Gibelli, il lumbard Cesare Bossetti (amministratore unico di Radio Padania). A rischio esclusione invece il geometra di Arcore Francesco Magnano, l’ex assessore del Pdl Marco Pagnoncelli, Pietro Macconi, l’ex An Enrico Mattinzoli, l’ex consigliera della Lega Monica Rizzi e l’ultimo presidente dell’aula Giulio De Capitani, anche lui del Carroccio come Bresciani e Mario Cavallin. Per tutti gli altri, dopo le 15 è iniziato lo spoglio delle schede e la giornata al cardiopalmo per il conto delle preferenze. Occhi puntati sul collegio di Milano, che incorona ancora una volta «mister preferenze» del Pdl Mario Sala, area Cl con oltre 19mila voti. Il secondo uomo certo del partito è Stefano Maullu, ex assessore alla Protezione civile che ha superato i 16mila. Ce la fanno Sante Zuffada, Alessandro Colucci, l’ex assessore Domenico Zambetti, Romano La Russa (che ha recuperato in provincia mentre in città non ha avuto un risultato brillante). La settima poltrona è rimasta in bilico fino all’ultima scheda tra Giuseppe Giammario e Massimo Buscemi. Con il voto nella provincia la Lega strappa tre poltrone per l’ex assessore e capodelegazione in giunta Davide Boni, Fabrizio Cecchetti e il giovane Jari Colla, classe 1975. Quarto (e resta fuori) Massimo Zanello, che però era in corsa anche a Monza e potrebbe quindi rientrare in gioco. Nell’Udc lotta all’ultimo voto su Milano tra Enrico Marcora e Luigi Baruffi, fuori il capogruppo milanese Pasquale Salvatore che a Milano città ha raggiunto invece il risultato migliore ma è stato penalizzato nella provincia. Non ce la fa neanche Silvia Ferretto, l’ex di An passata al partito di Casini. Formigoni sbanca superando di oltre un milioni di voti Penati. Si conferma governatore con il l 56,1% sullo sfidante del Pd, fermo al 33,2%. Il candidato dell’Udc Savino Pezzotta si ferma al 4,6%, Vittorio Agnoletto per Rifondazione-Comunisti italiani al 2,35, Vito Crimi del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo al 2,9 e Invernizzi candidato di Forza nuova allo 0,5. Quando sono state scrutinate 9.036 su 9.

213 sezioni, il Pdl è al 31,74 per cento e la Lega al 26,3. Insieme fanno il 58 per cento e quindi distaccano di 36 punti il Pd (22,8%). Il partito di Casini in tutta la Lombardia non riesce a prendere più del 3,8 per cento. 

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