Cronache

Al Pdl servono nuovi dirigenti

Al Pdl servono nuovi dirigenti

L'obiettivo delle regionali del 2010 è certamente alla portata del centrodestra, così come potrebbe esserlo quello delle comunali savonesi del 2011.
Se però si considera la tendenza, particolarmente marcata a Savona, a dare grande fiducia elettorale alla persona di Berlusconi e molta meno al Pdl nelle elezioni locali, una serie di provvedimenti dovrebbe essere adottata al più presto dal partito.
In mancanza di azioni politiche ben studiate e correttamente eseguite, si rischia che il vantaggio enorme delle elezioni politiche ed europee, già sensibilmente ridimensionato in occasione delle recenti elezioni provinciali, faccia mancare al centrodestra qualche migliaio di voti, che servirebbero a riportare l'on. Sandro Biasotti a piazza De Ferrari.
Bisogna osservare che da parecchio tempo il Partito (Fi prima ed ora il Pdl) ha sempre avuto una leadership provinciale eminentemente costituita da ottime persone, che però avevano importanti obiettivi elettorali personali, od erano già gravate di pesanti cariche amministrative.
Questo particolare ha fatto sì che l'azione locale del partito sia stata spesso meno incisiva del necessario, per ragioni umanamente ovvie.
Oggi, con le prospettive sopra ricordate, non credo che ci si possa permettere di perdere un solo voto, una sola opportunità, ma che - anzi - tutto il possibile debba essere fatto per dare fiducia ed entusiasmo agli elettori.
Serve una conduzione politica attenta e di alto profilo, scevra da ogni possibile sospetto di partigianeria in fase di scelta della linea politica e delle candidature. Una conduzione che dia la chiara sensazione della sostanziale unità naturale del partito e della competizione limpida tra i suoi candidati.
Il partito dovrebbe essere perfettamente equidistante tra i propri candidati e spingerne la campagna elettorale senza fare troppe differenze, cosa impossibile se il responsabile entra personalmente in corsa.
Anche i rapporti - piuttosto buoni, ma delicati - con i partiti e le formazioni affini e naturalmente convergenti sul centrodestra, dovrebbero essere curati su una base di effettivo rispetto reciproco, cosa più facile se chi dirige il Pdl non ha obiettivi personali immediati e non ricopre importanti cariche istituzionali.
A mio modesto parere, sarebbe anzi opportuno che il responsabile del partito si impegnasse formalmente a non accettare nessuna candidatura importante durante il proprio mandato e fino ad almeno un anno dopo la sua scadenza.
Se poi un responsabile cittadino (per Savona) deve esserci, questi non può essere lasciato sistematicamente solo e senza risorsa alcuna per qualunque tipo di iniziativa, che non siano i gazebo elettorali. Savona rappresenta il 30% dell'elettorato provinciale e, considerata la sua storia politica, ha un enorme bisogno di attenzioni e di «investimenti» politici, da parte del Pdl.
I nostri elettori chiedono da tempo più democrazia nel partito, ma in realtà essi esprimono l'esigenza di avere una rappresentanza rivolta più chiaramente al partito ed a tutta la sua gente, piuttosto che alle manovre elettorali di questo o quel gruppo, come spesso è invece apparso, a ragione o a torto.
La democrazia infatti, di per sé, non risolve alcun problema, così come non lo risolvono i congressi precotti, o le pagliacciate delle finte primarie della sinistra.
Certamente l'ideale sarebbe un bel congresso vero, in cui si dibattono mozioni ed idee diverse e - soltanto dopo averle ascoltate tutte - ciascuno vota secondo coscienza, senza condizionamenti o preconcetti. Però sappiamo che così - almeno in pratica - non potrà mai più essere, perché questo modello appartiene al passato, sempreché - nel passato - esso si sia effettivamente realizzato.


Meglio allora una decisione che cade «solare» dal pulpito come un «urbi et orbi», ma che i più riconoscono come veramente autorevole, imparziale, saggia ed efficace, piuttosto che una scelta fintamente democratica, od apparentemente frutto di equilibrismi, su cui - chiunque ritenga di «saperla lunga» - si sente poi autorizzato a disquisire, spiegare e far danni.

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