Il Pdl torna in piazza per le sue "primarie"

Ministri e vertici locali del Popolo della Libertà preparano la mobilitazione in vista delle Comunali. Primo appuntamento con i militanti domenica al teatro Nuovo, a due passi dal luogo del Predellino

Un po’ i finiani, un po’ le primarie del centrosinistra che calamitano l’attenzione politica del week end, e poi il processo penale sulle firme false per le regionali (la cui sentenza è attesa per i primi di dicembre) e la Lega che preme. Il tutto all’interno di una situazione nazionale complessa, che sembra correre verso il voto anticipato ad aprile.
E così i vertici del Pdl, riuniti a Palazzo Isimbardi, per recuperare centralità politica e dialogo con gli elettori, hanno deciso di organizzare una serie giornate di mobilitazione a Milano. La prima si svolgerà al Teatro Nuovo di piazza San Babila domenica prossima, in contemporanea con le elezioni per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra. I temi su cui il partito intende puntare sono la sicurezza e il lavoro.
Il Teatro Nuovo, scelto per la manifestazione di domenica prossima, è un luogo storico delle manifestazioni di Alleanza nazionale e non solo. «Altro che il Derby» scherza qualcuno, ricordando il comizio di Fini nel teatro poco distante. Il sottosegretario Mantovani, nonostante il tempo stringa, non esclude una manifestazione di piazza «con i gazebo». Viene in mente la domenica del predellino e della nascita del Pdl, partita proprio con un comizio al Teatro Nuovo. C’è chi spera che arrivi Silvio Berlusconi.
Con il coordinatore regionale, Guido Podestà, e il coordinatore nazionale, Ignazio La Russa, sono riuniti il sindaco, Letizia Moratti, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ministri Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla, i sottosegretari Luigi Casero, Daniela Santanché, Laura Ravetto e Mario Mantovani. Una specie di tavolo milanese allargato, in attesa del congresso del Pdl annunciato entro Natale.
La concomitanza della manifestazione al Teatro Nuovo con le primarie è definita «casuale» dagli organizzatori. «Sono primarie d’apparato, senza contenuto» minimizza Podestà. «Ci rivolgiamo a un pubblico diverso. È difficile che i nostri elettori siano in coda ai gazebo del Pd» scherza il vicecoordinatore regionale, Massimo Corsaro, al termine del vertice a palazzo Isimbardi.
«Ignorare i finiani» è la parola d’ordine lanciata durante il vertice dal coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, che ha ripetuto alla Moratti come ritenga controproducente discutere di alleanze locali in un momento in cui il partito di Fini mette a rischio la tenuta della maggioranza di governo. Più morbido Podestà, convinto che «finché non si arriva alla rottura nazionale, i rapporti locali devono essere mantenuti». Il malumore verso le fughe in avanti del sindaco trapela invece dalle parole del vicecoordinatore cittadino del Pdl, il larussiano Marco Osnato: «Quando la Moratti ci presenterà il suo programma, noi diremo se è il nostro candidato».
Il sindaco è già in campagna elettorale, nonostante sia ancora in attesa della ricandidatura ufficiale. Le distanze non ancora colmate riguardano il tema sempre d’attualità dell’Ecopass e delle politiche sul traffico. Letizia Moratti ha proposto di partire nella campagna milanese dal tema dell’ambiente, ma è stata stoppata dal coordinatore regionale, Guido Podestà, che le ha ricordato come sia necessario arrivare prima su posizioni condivise sull’Ecopass.

Al momento, sul futuro dell’ingresso delle auto in città non esiste un progetto condiviso dall’intero Pdl.
Entrano e escono da palazzo Isimbardi il presidente della Fondazione Fiera, Gianpiero Cantoni, e il presidente dell’Aler, Loris Zaffra, segno che le questioni aperte non mancano.

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