Andrea Tornielli
da Roma
Sembrava davvero arrivato il disgelo, e invece nel giro di pochi giorni le relazioni tra Cina e Vaticano stanno rischiando di deteriorarsi: la scorsa settimana senza il consenso della Santa Sede è stato consacrato vescovo di Kunming il sacerdote Ma Yingling, appartenente ai vertici dellAssociazione cattolica patriottica cinese controllata dal governo di Pechino; e oggi lepisodio si ripeterà a Wuhu, nella provincia di Anhui (Cina centrale) con lordinazione episcopale non autorizzata da Roma del sacerdote «patriottico» Liu Xinhong. Lagenzia «Asianews» ha rivelato che in febbraio il Vaticano aveva «negato lapprovazione allordinazione di Xinhong». Le due ordinazioni rischiano ora di far sospendere il difficile dialogo tra Roma e Pechino, come lascia intendere in una dichiarazione il neocardinale di Hong Kong, Joseph Zen.
I due «strappi», ravvicinatissimi nel tempo, avvengono dopo un periodo positivo, durante il quale era stata ottenuta, a fatica e con un lavoro diplomatico tenace, la sostanziale approvazione ad alcune nomine episcopali. Ufficialmente il fatto che i candidati vescovi fossero di nomina vaticana non veniva sbandierato, ma il consenso di Roma cera ed era richiesto dagli stessi nuovi eletti. La situazione della Chiesa cattolica cinese è nota: da una parte cè quella cosiddetta ufficiale e pubblica, controllata dallAssociazione patriottica e dunque sotto la tutela del governo di Pechino; dallaltra quella «clandestina», rimasta in contatto diretto con Roma. In alcune diocesi esistono sia il vescovo «ufficiale» sia quello «clandestino» riconosciuto da Roma. Entrambe le comunità hanno comunque sofferto durante gli anni più bui del regime e oggi si può affermare che non ci sono due Chiese ma una. Quasi tutti i vescovi che sono stati consacrati senza il mandato del Papa hanno chiesto segretamente in questi anni di essere riconosciuti dalla Santa Sede che lha prontamente fatto. Nelle trattative in corso, il Vaticano si era impegnato - scrive Asianews -, «a non ordinare vescovi sotterranei, in cambio di una influenza sulle ordinazioni nella Chiesa ufficiale».
LAssociazione patriottica sta ora facendo pressione perché i fedeli partecipino a queste nuove ordinazioni che avvengono senza lapprovazione di Roma. Il cardinale Zen, luomo chiave dei rapporti tra Vaticano e Cina, da Hong Kong dice che ora, dopo questi episodi, il colloqui vanno sospesi: «Quando dico sospendere - spiega - intendo dire che dovrebbero esserci spiegazioni da parte del governo prima di continuare le discussioni». Ma il porporato cinese ha anche aggiunto di non ritenere i leader del governo di Pechino come i veri responsabili di questi gesti di rottura: «Dubito che la decisione venga dai vertici più alti».
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