Davanti ai poliziotti ha abbassato gli occhi e poi mormorato in tono dimesso: «Non ho fatto nulla di male, mi sono mosso negli ambiti della legge». Cioè per lui abbrancare la prima bimba che passa per strada, strapparla dalle braccia del nonno e cercare di baciarla non è reato. Un punto di vista non condiviso dagli inquirenti che lhanno sbattuto in cella. Per il momento con laccusa di tentato sequestro aggravato e tentati atti sessuali con un minorenne, ma il materiale pedoporno, trovato a casa sua e un precedente specifico, potrebbero appesantire la sua situazione.
F.M.N., 49 anni, proviene da una famiglia benestante che lha fatto laureare in Legge. Da qui anche il modo appropriato con cui ha tentato di difendersi. Una professione che luomo non avrebbe mai esercitato con continuità. Anzi negli ultimi tempi risulterebbe non fare proprio nulla, potendosi comunque permettere un appartamento in uno stabile signorile.
Del resto sembra proprio che la sua ossessione per la bambine abbia assorbito ogni sua energia portandolo a mettersi in situazioni sempre più scabrose. Nel 2002 a una fermata del tram ha preso in braccio una bambina e iniziato a sbaciucchiarla. Una bravata che gli è costata una denuncia e una condanna. Altre denunce le avrebbe rimediate spedendo in giro posta elettronica contente immagini di giovanissime fanciulle. Laltro giorno infine il patatrac.
Sono circa le 13, zona parco Solari. Un signore di 70 anni va allasilo a prendere la nipotina e lamichetta che abita nello stesso stabile. Nel riaccompagnarle a casa a piedi, sul marciapiede incrocia il maniaco. F.M.N. non gli dà neppure il tempo di accorgersi delle sue intenzioni, abbranca la bimbetta e tenta di stringerla a sé. Il nonno afferra la nipotina per un braccio e inizia un allucinante tira-e-molla con il pedofilo. Il tutto sotto gli occhi di una volante, che vedendo i due «litigare» decide di intervenire.
Ma presto viene fuori tutta unaltra, e più tragica, vicenda. Luomo tenta di minimizzare il proprio comportamento, accampa scuse e spiegazioni poco verosimili. Gli agenti capiscono di avere a che fare con qualcosa di più grave di un banale alterco e lo portano in questura. Qui il pedofilo ammette ogni sua responsabilità, respingendo però ogni accusa: «Mi sono mosso sempre negli ambiti della legge» continua a ripetere con la proprietà di linguaggio che gli deriva dai suoi studi giuridici. Scartabellando il suo fascicolo vengono fuori una vicenda-fotocopia risalente al 2002 e le denunce inoltrate da persone a lui sconosciute, destinatarie delle famose e-mail con foto pedopornografiche. Ma è lui per primo a parlare di un proprio «blog» quasi a supporto della propria innocenza.
Gli investigatori vanno a casa sua, accompagnati dai colleghi della polizia postale, e gli rovesciano casa e tre computer. Dalla memoria del pc saltano fuori parecchie foto di bambine, a prima vista europee, se non proprio italiane, tutte sicuramente sotto i dieci anni, una in particolare impegnata in una atto sessuale. E infine anche alcune videocassette che andranno visionate. Tutto il materiale viene imballato e portato via.
F.M.N.
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