La natura in città. Domani pomeriggio, alle 17, dal tetto della Facoltà di Economia della Sapienza, (via del Castro Laurenziano 9), tutti gli amanti degli animali potranno assistere al rilascio di «Pellegrina», la femmina di falco pellegrino trovata ferita, lo scorso maggio, al Verano. Il rapace aveva una profonda lacerazione sul petto, forse procurata dallurto accidentale, in volo, contro un filo elettrico o contro qualche antenna; così è stato preso in cura, per circa tre mesi, dal centro di recupero della Lipu, e ha poi affrontato un periodo di rieducazione al volo presso la Riserva Naturale del lago di Vico, nella Tuscia.
Contrariamente a quanto avviene di solito, Pellegrina non sarà rilasciata in natura, ma in città; grazie, infatti, allanello che portava sulla zampa al momento del suo ritrovamento, è stato possibile capire che si trattava dellunica figlia della seconda stagione riproduttiva di Aria e Vento, la prima coppia di falchi che ha nidificato a Roma dopo trantanni di assenza della specie dalla Capitale. Sappiamo quindi con certezza che Pellegrina è nata il 13 aprile 2006 sotto la webcam che Terna (la società proprietaria della rete elettrica nazionale) ha allestito sul nido.
Grazie alla cosiddetta «egg-cam», migliaia di persone in Italia e nel mondo hanno potuto seguire in diretta, sul sito www.birdcam.it, la cova, la schiusa delluovo e la crescita rapida (essendo figlia unica è stata decisamente ben nutrita) della giovane falchetta cittadina, accompagnata con cure amorevoli dai genitori, fino allinvolo. Pellegrina è stata sottoposta, da esperti falconieri, al cosiddetto innesto delle penne, una sorta di «extension» per uccelli che consiste nellinserire una nuova penna nella rachide di quella vecchia e danneggiata. Loperazione è assolutamente incruenta: le penne di ricambio vengono assicurate al piumaggio con colla e filo di seta e provengono da quelle cadute naturalmente ai falchi durante la muta annuale.
Il ritrovamento di Pellegrina è scientificamente interessante perché suggerisce che questi falchi, nonostante il nome, non compiono poi grandi spostamenti come si credeva fino a poco tempo fa.
Questi ritrovamenti indicano unelevata filopatrìa (attaccamento al luogo natale) e suggeriscono che col tempo sempre più uccelli saranno presenti nei cieli di Roma.
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