Filippo Penati fa sapere che la «lista unitaria Ds-Margherita» a Milano saprà dare «ai milanesi quelle risposte che il centrosinistra nazionale non ha saputo dare». Fiducia malriposta, quella del presidente della Provincia, come testimoniato sia dal recente passato che dai dati elettorali del centrosinistra. Il listone prodiano, nonostante le affermazioni contrarie dei Ds e della Margherita, è solo una sommatoria elettorale e, attenzione, difficilmente avrà un seguito allindomani del voto: come già accaduto alle Regionali non ci sarà un gruppo unico al Comune. Raggruppamento che, secondo il diessino Franco Mirabelli, «dovrebbe accogliere anche gli eletti della lista Ferrante». Basta rileggere le cronache politiche cittadine per avere la conferma che laspirante sindaco della sinistra non ha alcuna intenzione di mettere su casa a Palazzo Marino con il listone. Obiettivo che fa venire la pella doca pure agli Sdi accasati nella Rosa nel Pugno indisponibili, dice Luigi Vertemati, a tornare al progetto dellUlivo condiviso prima di allearsi con i Radicali.
E mentre il riformista Roberto Caputo (Margherita) tenta di spingere Bruno Ferrante a lavorare «sul segmento laico-riformista», i suoi ex amici dello Sdi avvertono lex prefetto che raggranellare quei voti non è impresa facile se manca lapporto della Rosa nel Pugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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