Ha ragione Marco Müller: il sindaco Veltroni è un ottimo direttore di festival. Quando si mette in testa una cosa di solito la ottiene. Così gli è bastato esercitare un discreto pressing, a cena, sul produttore e distributore Valerio De Paolis, titolare della Bim, per ottenere in anteprima mondiale Youth without youth (da noi si chiamerà «L’altra giovinezza»), il film con passaporto italiano che segna il ritorno alla regia di Francis Ford Coppola. Bel colpo, bisogna riconoscerlo, al quale però, suggeriscono i ben informati, non sarebbero estranee anche logiche extracinematografiche, visti gli interessi economici in ballo legati alle attività vitivinicole del regista. Il quale, sul prossimo numero di Ciak, spiegherà comunque, per la gioia veltroniana: «L’hanno chiesto tutti i festival, ma non l’ho dato a nessuno. Penso che siano tutti passé, superati. Servono solo a fare polemiche, non c’è vero interesse per i film, vittime sacrificali da dare in pasto ai critici. A Roma, invece, mi pare ci sia voglia di scegliere e proiettare i film per gli spettatori».
Naturalmente quel permalosetto di Müller non ha gradito. Però s’è dovuto arrendere. O così o pomì. De Paolis è un’autentica potenza sul fronte dei film da festival. Aveva sei titoli a Cannes, ne porta cinque a Venezia (Ang Lee, Eric Rohmer, Ken Loach, Paolo Franchi, Todd Haynes) e ne sfodera quattro per la Festa di Roma, tra i quali appunto il nuovo Coppola. Spiega: «Non posso accontentare tutti, ci sono esigenze di uscita che vanno tenute in conto, in fondo Müller non può lamentarsi con tutto quello che ha avuto». Coppola re di Roma, dunque. Difficilmente una telefonata di Cacciari avrebbe cambiato le cose.
PAOLI E FRANCHI. Sembra impossibile, ma è successo. Il direttore del Riformista, Paolo Franchi, al Lido per la serata inaugurale, ha ricevuto una telefonata da Antonia De Mita. Di questo tenore: «Non sapevo che avessi girato un film da regista, complimenti». Pensava davvero che fosse lui il Paolo Franchi che porta in gara Nessuna qualità agli eroi, con l’ormai famosa erezione di Elio Germano. Il giornalista non ha resistito: «Effettivamente sono io, sai ho preferito tenere una linea di basso profilo, dato l’argomento». Poi è scoppiato a ridere.
MORETTI FILM FESTIVAL.
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