PERCHÉ NON C’È LA QUESTIONE MERIDIONALE

Il divario tra Nord e Sud non verrà superato mai, va chiarito questo equivoco che seguita a far capolino dai giornali e da un dibattito che pare fermo a trent’anni fa. Il divario tra Nord e Sud è fisiologico e storicamente inevitabile in quanto corrisponde alle indubbie differenze che semplicemente ci sono tra Nord e Sud, e che sono storiche, ambientali, climatiche, etniche, quel che volete, ma che corrispondono anche alle diverse tempistiche e modalità di sviluppo che spesso ci sono tra il Nord e il Sud del mondo. Non è per prenderla troppo alla larga, ma da un polo all’altro del pianeta non c’è parallelo geografico che non corrisponda a suo modo a un divario, a un diverso contesto socio-economico dove infinite combinazioni giustificano il ritardo o l’anticipo con cui un’area giunga all’appuntamento col progresso, perlomeno con un’idea di progresso che in Occidente sembra ampiamente condivisa. Restando al nostro, di Paese, conta una sola cosa: che la velocità di sviluppo, pur rimanendo il divario, non sia differenziata e che insomma non aumenti il distacco tra le due realtà: e chi dice che sia accaduto proprio questo, negli ultimi decenni, non dice la verità. Niente lo dimostra. Una persona che tornasse al Sud dopo trent’anni troverebbe gli stessi incredibili cambiamenti che troverebbe al Nord, o meglio: non gli stessi cambiamenti, ma l’ampiezza della loro portata. In Italia tuttavia persiste un certo buonsensismo secondo il quale tendiamo a cimentarci nello straordinario pur difettando nell’ordinario, a fantasticare cioè su grandi opere dimenticando le fragilità e i ritardi di quelle piccole: come le ferrovie, le strade trascurate, le località escluse dalle direttrici dei trasporti, eccetera. Ma non esisterà mai un Paese in cui le infrastrutture non si sviluppino con timing diversi: il punto, per dire, non è che nelle principali metropoli italiane stanno mettendo la fibra ottica mentre in certe isolette del Sud hanno appena messo l’elettricità; il punto è che stanno progredendo sia le metropoli che le isolette del Sud.

Ma non ci si può fermare ad aspettare tutte le isolette d’Italia: da qualche parte si troverebbe sempre una strada dissestata, un acquedotto insufficiente, qualcosa che impedisca ad altri di fungere da locomotiva. Eliminare ogni divario tra Nord e Sud nel caso diventerebbe facilissimo: basterebbe, anziché premere sulla corsa del Sud, fermare o far arretrare il Nord. Come a dire: fermare la locomotiva per aspettare i vagoni.

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