Cronache

«Perché il rossoblù Burlando non difende il suo Genoa?»

Matteo Rosso, consigliere di Forza Italia, porta il caso in Regione con un’interpellanza

«Perché il rossoblù Burlando  non difende il suo Genoa?»

Paola Balsomini

Che le istituzioni genovesi preferiscano tacere, o meglio non esprimersi per difendere o almeno tutelare l’immagine del vecchio Grifone, ormai sembra cosa nota. Non bastano interrogazioni, richieste esplicite, formali ed informali e interpellanze per ottenere una sola parola spesa in aiuto della squadra rossoblù, che intanto vive con l’esultanza della promozione soffocata dal peso dell’inchiesta. E così mentre sindaci, presidenti di Provincia e di Regione fanno a gara per innalzare la propria squadra agli onori della massima categoria, ecco che da Tursi e da piazza De Ferrari l’unico sport sembra proprio quello di glissare: «Lo sport non interessa», la frase più ricorrente. Non è servito infatti il tentativo di discutere in aula il «caso Genoa» proposto dal consigliere comunale di An Giuseppe Murolo. E potrebbe fare la stessa fine anche l’interpellanza che presenterà d’urgenza in Regione Matteo Rosso, consigliere di Forza Italia, che prova, questa volta rivolgendosi a Claudio Burlando e all’assessore allo Sport Fabio Morchio, a sollecitare qualche segnale di vita da parte del presidente di vecchia e nota fede rossoblù: «Considerato che il Genoa - spiega Rosso - è travolto da un ciclone giudiziario e mediatico con forte danno per l'immagine della squadra, della città e della nostra regione, rilevato che il presidente della giunta Burlando e l'assessore allo sport Morchio hanno sempre palesato con orgoglio la propria fede calcistica per il Genoa, intervenendo anche nel 2002 presso la Costa Crociere e ottenendo meritoriamente l'iscrizione al campionato, considerato che il presidente Burlando ha premiato ufficialmente nel mese di luglio i giocatori per l'ottenuta promozione, motivo di orgoglio per la Liguria, si interpella per sapere perchè il presidente non sia ancora intervenuto di fronte ai numerosi attacchi di rappresentanti istituzionali di altre città. Il suo intervento contribuirebbe peraltro ad uno svolgimento tranquillo e sereno delle indagini in corso tutelando al tempo stesso l'immagine della squadra cittadina e quindi della nostra regione».
E allora si torna a discutere di quanto Genova abbia accolto con simpatia il presidente Enrico Preziosi, di quanto la città sia avara di «quel caffè al bar che non mi è mai stato offerto», come ha sottolineato il Re dei Giocattoli. Quel che è certo è che ai tempi della cordata di imprenditori genovesi pronti a rilevare una società che sembrava destinata al fallimento era stato lo stesso Burlando ad intervenire per salvare la baracca che stava affondando. La Costa Crociere, poi, aiutò il Genoa elargendo in anticipo i soldi, utili per l’iscrizione al campionato, anticipando i tre anni di sponsorizzazione. Ma adesso guai a rispondere ai solerti amministratori di Treviso ed Ascoli che tempestivamente hanno tarpato le ali al vecchio Grifone gridando allo scandalo ed esaltando le prodezze calcistiche di due squadre che per tutto il campionato hanno galleggiato verso la metà della classifica.

Così va il mondo e magari basterebbe il più classico dei «Io sono fiducioso» per capire che c’è qualcuno, dall’alto, a cui pulsa un cuore rossoblù.

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