Permessi per disabili: il grimaldello per aggirare il pagamento della Ztl

Permessi auto disabili, uno scandalo. Seconda puntata. Dopo la denuncia dei vigili del Gpit, questa volta facciamo i numeri. Cinque anni fa, Claudio Puppo, presidente dell’Anglat, Associazione nazionale guida legislazione handicappati trasporti, denunciava: «A Roma i permessi per auto impropriamente utilizzati sono fra il 55 e il 60 per cento». Come dire, uno su due. Una piaga sociale. Che, come dice Antonio Guidi, delegato del sindaco Alemanno per le politiche dell’handicap, colpisce soprattutto i veri disabili. Gli autori del falso si trovano in tutte le categorie: commercianti, professionisti, persino tutori dell’ordine. Molti usano con disinvoltura il contrassegno altrui, magari di un parente deceduto. Parecchi accompagnatori, una volta «scaricato» il disabile, entrano tranquillamente per conto proprio nella Ztl col tagliando esposto (ed è proibito). Alcuni fotocopiano il permesso, altri lo «stampano», altri ancora lo «acquistano» al mercato nero, come il biglietto della partita di calcio.
Quanti sono i disabili nella città di Roma? Un numero esatto non è possibile saperlo, ma la cifra si aggira sulle 60mila persone. E quanti sono invece i permessi rilasciati dal Comune? Qui possiamo dare cifre esatte, grazie alla preziosa collaborazione dell’Atac, l’azienda preposta al rilascio e anche al ritiro. Il numero di contrassegni attualmente validi rilasciati dal Comune è 57.745. A questi sono associate 141.742 targhe per la circolazione nelle Zone a Traffico Limitato. L’Atac poi annulla, a norma della delibera di giunta n 81/2007, tutti i contrassegni intestati a persone che risultano decedute. Nel 2008 ne sono stati annullati per questo motivo 5.219. La verifica, avverte l’Atac, viene fatta 2 volte l’anno. L’annullamento avviene a livello informatico. La delibera prevede che gli eredi debbano restituire il tagliando entro 30 giorni dalla data della morte.
Ma nel 2008, dati Atac alla mano, di permessi ne sono stati restituiti per decesso del titolare 1.698. Molti familiari insomma se ne infischiano. Stesso trend nel periodo che va fra gennaio e maggio 2009: sono stati restituiti 782 permessi. Il ritmo è di 1.600 1.700 l’anno. E gli altri 3-4mila? E quelli dell’anno prima? Le maglie sono larghe, troppo. Il tempo - dai 5 ai 7 mesi - per la verifica del decesso, la restituzione che spesso non c’è, poi le denunce di smarrimento, le fotocopie. Morale: in tema di permessi chi può fa il suo comodo. E se le stime dell’Anglat sono attendibili, significa che a Roma almeno 30mila persone usano un contrassegno fasullo o senza titolo.
Il risultato? Malgrado le targhe autorizzate siano il doppio dei disabili, spesso proprio per chi è affetto da handicap il posto alla fine non c’è. Desaparecido, dissolto. Come un miraggio nel deserto africano. Ecco il racconto di Osanna Brugnoli, da 32 anni in carrozzina in seguito a incidente stradale, presidente della onlus Anthai, già consulente del ministero della famiglia con il primo governo Berlusconi. «In via Santo Stefano Rotondo, - dice - nella strada adiacente all’ospedale San Giovanni ci sono una decina di posti invalidi. Ogni giorno occupati da tutti, meno che disabili. Medici, infermieri, chi lo sa. Per due anni sono andata tutti i giorni al San Giovanni per le cure e non ho mai trovato un posto libero. Ho sempre visto salire e scendere persone normodotate».

Quello dei permessi falsi (o taroccati) è una piaga che penalizza soprattutto i veri disabili, rimarca anche Luca Pancalli, presidente dell’Anmic di Roma e del Comitato nazionale delle Paralimpiadi. «Diversifichiamo allora il colore dei contrassegni - propone -. In questo modo già a prima vista si potrebbero distinguere gli abusi dai possibili falsi».

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