Cronache

Permesso a pagamento anche per portare un animale a fare la visita dal veterinario

(...) Se il dettaglio può servire a tranquillizzare in qualche modo molti cittadini, la gabella sull’autorizzazione al trasporto di animale non riguarda cani e gatti, ma specie particolari come i rettili, gli anfibi o tutti quegli animali che devono essere segnalati alle autorità. Ma che ora saranno soggetti ad autorizzazione a pagamento ogni qualvolta dovranno essere spostati dalla loro «cuccia». Anche i veterinari, per il solo fatto di aprire un «presidio», sia esso un ambulatorio, una clinica o un punto di pronto intervento all’interno di un ospedale, dovranno fare i conti con una pratica in più, finora inesistente. E il rilascio della nuova autorizzazione comunale costerà loro 915,50 euro. Persino una richiesta fatta on-line, per segnalare che si dovrà fare po’ di rumore per un breve periodo di tempo, prevede una tassa da 126 euro. Segue tutta una serie di nuove pratiche che gli uffici di Tursi imporranno dietro compenso e che riguardano, ad esempio, anche le «carte» per il superamento delle barriere architettoniche per disabili.
Chi ha reagito con forza a queste nuove imposizioni è Giuseppe Murolo, consigliere del Pdl e componente della commissione Bilancio, che ha fatto presente agli «esattori» di Tursi come già i cittadini paghino praticamente ogni tipo di servizio. «Queste sono in tutto e per tutto nuove tasse - attacca - Istituite in un momento in cui tutti guardano alla riduzione degli oneri per i cittadini. Mentre il governo alleggerisce la pressione, i Comuni di centrosinistra la aumentano». Anche i contenuti delle nuove gabelle non piacciono affatto a Murolo. «Nella passata amministrazione Pericu le concessioni per intervento in difformità dal Puc, dal piano urbanistico comunale, saranno state una cinquantina - fa notare - Ora si conferma che questo strumento urbanistico può essere ancora disatteso, l’importante è pagare.

Pagare non solo la concessione alla variante, ma anche solo la presentazione di una domanda».

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