Politica

Persino chi fa le pulizie ha le chiavi dei cancelli

Alcune copie sono finite nelle mani dei proprietari di bar ed edicole. Ma tra due mesi entreranno in funzione i badge elettronici

Paola Fucilieri

da Milano

All’Atm, l’Azienda trasporti milanese, lo ammettono. Senza riserve. «Purtroppo è vero: qualche chiave delle entrate alle stazioni della metropolitana è sfuggita al controllo ed è finita nelle mani dei proprietari dei bar e delle edicole che ci lavorano dentro, nonché in quelle del loro personale. Ma chi la possiede, al di fuori del nostro personale e delle imprese delle pulizie, ce l’ha abusivamente. E ha i giorni contati».
Estate 2005. Dopo gli attentati terroristici londinesi, l’allarme è alto anche in Italia. Lo ha confermato il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, indicando nelle esercitazioni dopo la simulazione dell’attentato - Milano e Roma in testa - uno degli scenari obbligati del nostro già incerto futuro più prossimo. Ma come si può pensare a esercitazioni e ordigni, a reparti speciali ed esercito, se non è stato ancora investito sufficientemente in sicurezza per eliminare i punti deboli dell’obbiettivo sensibile in testa alla classifica dei più puntati nelle stragi, la metropolitana?
«Solo il personale Atm, la mattina, può aprire le grate della stazione, entrare per primo e a far entrare, di seguito, tutti gli altri, compresi i poliziotti. Lo stesso dicasi per l’orario di chiusura» insistono all’Azienda trasporti. E allora, il problema del personale delle pulizie? Due aziende con numerosi subappalti e un ricambio di personale, perlopiù straniero, con una rotazione altissima? Tutti, non solo i capisquadra, hanno le chiavi di accesso alle porte-grate del metrò milanese. «Tranquilli - assicurano all’Atm - tra 2 mesi tutte le chiavi verranno sostituite da badge elettronici. Da un anno e mezzo ci lavoriamo, ma l’azienda a cui ci eravamo affidati è fallita e abbiamo dovuto ricominciare daccapo. A chi lascerà l’azienda di pulizie, il badge verrà disabilitato. È pur vero che chi lo possiede può anche cederlo. Ma dovesse accadere qualcosa, potremmo fare riferimento all’intestatario. E poi, comunque, cambiaremo sistematicamente i codici identificativi. Quindi...».
Quindi la metropolitana sarà a prova di bomba? Non esattamente. Secondo i sindacati l’Azienda deve cambiare mentalità, riposizionarsi, investire di più, mettendo la sicurezza al centro del tema del trasporto. «Ormai non possiamo più far finta che il terrorismo sia qualcosa che non ci riguarda - assicurano tre impiegati Atm -. Molto spesso i manager delle aziende pubbliche nutrono idee “bucoliche“ sulla sicurezza. Dovrebbero invece rivedere i turni notturni (e non solo quelli per la manutenzione!) e rafforzare i turni dei controlli itineranti da un capolinea all’altro di una linea».
Un barista di una stazione della metropolitana del centro, poi, assicura: «Solo un centinaio delle 1500 telecamere sotterranee registrano e sono solo sulla linea 3, la gialla. La notte, poi, tutte le telecamere sono spente. Ovunque».
L’Azienda, però, si difende su tutti i fronti. «È vero: forse noi preferiamo dare priorità all’acquisto di due treni che a una telecamera nuova - ammettono i vertici -. Ma anche a Palazzo Marino fanno confusione. La metropolitana non è di Atm, è del Comune. E due anni fa abbiamo presentato un progetto per modernizzare l’intero sistema di telecamere della metropolitana che, vogliamo puntualizzarlo, anche ora registrano. E tutte. Alcune in automatico, cioè riprendendo interi filmati poi consultabili (come quelli che hanno permesso la cattura dei terroristi londinesi, ndr) e altre a comando. Per trasformarle tutte in automatico bisogna rifare totalmente l’impianto che corre lungo tutte le linee di esercizio; gli operai dovrebbero quindi lavorare solo di notte ed essere pagati il doppio. Ecco perché il progetto raggiunge la cifra di 5 milioni di euro; motivo per cui, probabilmente, non se n’è fatto nulla. Per programmare, appaltare, finanziare e realizzarlo, abbiamo bisogno di un finanziamenti. Da Palazzo Marino, dal Viminale. Noi abbiamo già installato le telecamere su 700 mezzi di superficie, da 5 mesi abbiamo assunto una quarantina di persone addette solo ed esclusivamente alla sicurezza (sono quelli con le pettorine arancioni) mentre 20 delle nostre guardie girano tutta la notte su tutte le linee. Infine abbiamo potenziato il numero dei tutor di linea e i controllori per un totale di 250 persone. E poi basta con la “la leggenda” delle telecamere spente di notte: nella nostra sala operativa di via Monte Rosa ci sono tre stanze e tre persone. Che controllano, con le telecamere, tutte le stazioni delle tre linee.

Per l’intera notte».

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