Peru', alla fine vincono gli Indios In Gb le foto del massacro: 32 morti

Pubblicate sull'Independent le foto del massacro del 5 giugno, quando la polizia attaccò gli indigeni. Il governo ha ritirato i decreti che avevano scatenato la rivolta

Peru', alla fine vincono gli Indios  
In Gb le foto del massacro: 32 morti

Lima - Due operatori umanitari belgi hanno spezzato il silenzio di informazioni e di immagini che circondava la "Tiananmen dell’Amazzonia", ossia il massacro avvenuto nella parte peruviana della foresta pluviale il 5 giugno quando, a Bagua Grande, poliziotti avevano attaccato gli indigeni che da settimane stavano bloccando fiumi e strade per protestare contro la decisione del governo di espropriare le loro terre per lo sfruttamento di legname, gas e petrolio.

Le foto su The Independent
The Independent ha pubblicato solo alcune delle foto di Marijke Deleu e Thomas Quiryneen, i due volontari di Catapa, un’organizzazione fiamminga che si batte per i nativi di Perù, Bolivia e Guatemala, perché il contenuto violento di questi scatti non permette la loro visione su un quotidiano. Ma tutte le immagini saranno mostrate lunedì alla Camera dei Comuni, in Gran Bretagna, per far capire cosa sia veramente successo quasi due settimane fa. "Inizialmente abbiamo visto la polizia sparare e tirare gas lacrimogeni contro i manifestanti", dice Deleu a The Independent. "Poi abbiamo visto che li picchiavano, prendevano a calci quelli buttati a terra e sparavano nella schiena di chi cercava di scappare", ha aggiunto.

Più di trenta morti
Secondo il bilancio ufficiale, gli scontri si sono conclusi con 32 morti di cui 23 poliziotti, ma secondo diverse organizzazioni umanitarie i morti sarebbero una sessantina, molti dei quali disarmati, e centinaia di persone risultano ancora disperse. L’organizzazione Survival International chiede che venga aperta un’inchiesta indipendente per far luce su cosa sia realmente successo.

Alla fine vincono gli Indios
Le foto escono proprio quando il governo del presidente Alan Garcia ha finalmente revocato i due decreti che favorivano lo sfruttamento delle foreste dell’Amazzonia, il 1090 e il 1064, conosciuti anche come "leyes de la selva". Uno dei principali capi indio, Daysi Zapata, vicepresidente della confederazione degli indiani d’Amazzonia, ha quindi chiesto ai suoi sostenitori di togliere i blocchi a strade e fiumi.

Intanto, il leader delle proteste, Alberto Pizango, presidente della Confederazione, è arrivato in Nicaragua dove aveva chiesto asilo politico. La settimana scorsa Pizango era stato accusato di "sedizione, cospirazione e ribellione".


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