RomaIl sindaco è malato quindi la giunta è salva. Ma il medico di fiducia di Luciano DAlfonso, che è pure compagno di partito, lo sconfessa: «Patologia permanente? Macché... Chi ha inventato queste parole?». E sulla testa del primo cittadino di Pescara piomba lennesima tegola. Eppure lescamotage, ben sigillato in una busta ora in Procura, era ben congeniato. Nella custodia, un misterioso certificato medico grazie al quale DAlfonso ha evitato in extremis il coma profondo della sua giunta. I pm, che vogliono vederci chiaro, hanno sequestrato lattestato medico che, di fatto, ha evitato il commissariamento della città abruzzese. Ma ricapitoliamo la vicenda alla quale, nelle ultime ore, sè giunto un capitolo che ha del grottesco.
Il 15 dicembre scorso per DAlfonso sono iniziati i guai. Arresti domiciliari con unaccusa pesantissima: corruzione e finanziamento illecito ai partiti per una questione di favori e appalti milionari. Lì per lì il sindaco aveva strappato applausi pure ai suoi avversari, facendo un passo indietro: «Be, mi dimetto», aveva dichiarato appena scoppiata la tempesta giudiziaria. E giù applausi: trasparenza, moralità, mani pulite. Poi, la vigilia di Natale, la revoca degli arresti e il ritorno in libertà. Questo il ragionamento: DAlfonso si è dimesso, non ha prove da inquinare, né reati da reiterare. Libero. Qualche giorno fa, tuttavia, il sindaco ha scovato un codicillo nel testo unico sullordinamento degli enti locali per evitare lo scioglimento del consiglio comunale, il commissariamento dellamministrazione e il ricorso immediato alle urne. «Non mi dimetto più. Però non sto mica tanto bene e non posso più svolgere le mie funzioni. Passo la palla al mio vice, Camillo DAngelo». La diagnosi, depositata in Comune, top secret, è stata tradotta in politichese in questo modo: «Sono affetto da una patologia ingravescente e permanente, quantomeno dalla imprevedibilità della data della completa guarigione. Questa condizione - ha spiegato il sindaco - non mi consentirebbe non so per quanto tempo di svolgere, con continuità e serenità, le attività articolate e complesse relative alla funzione». Patologia permanente? Imprevedibilità della data della completa guarigione? Cosa avrà mai il primo cittadino? Sarà mica solo stress? Impossibile vedere il misterioso certificato medico: questione di privacy... Tutto sembra filare liscio ma soltanto fino a quando il dottore che ha visitato DAlfonso, lamico e consigliere comunale del Pd Giancarlo Perfetto, non smaschera il primo cittadino: «Non so chi ha inventato le parole "ingravescente" e "permanente"... Non esistono». Ed è subito giallo. Perché DAlfonso ha parlato di patologia permanente? Il consigliere in camice, spaventato e a disagio, ieri sera non sè fatto vedere allinfuocata seduta del Parlamentino di Pescara. Consapevole di essere al centro di una partita più grande di lui e di aver messo ancor più nei pasticci il «suo» sindaco, sè poi trincerato solo in un neutro «ho soltanto fatto il mio dovere di medico».
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