«Mi scusi», «Ma le pare», «No, guardi, sono proprio mortificato. Abbia pazienza, ero distratto», «Non lo dica nemmeno, son cose che capitano». Dialogo consueto, fra persone come si deve, educate e timorate del prossimo. Quante volte è successo. Anche laltro giorno, in Sottoripa: succede che uno pesta un piede a un altro. La «vittima», 59 anni, subisce, trattiene i moccoli - «belin, proprio sul ditone, che già mi fa male di suo!» -, ma fa mostra di niente. Laltro, linvestitore, si profonde in scuse, non si dà pace, e arriva al punto da abbracciare il malcapitato che non fa in tempo a sottrarsi. Peccato. Perché si tratta di un abbraccio interessato, molto interessato: al portafoglio che spunta dal taschino della camicia del pestato. Bottino: 300 euro.
Il tempo di chiedere scusa, ancora una volta, poi le parti ritornano comerano prima, salvo il portafoglio. Il cinquantanovenne se la dà. Ma intanto il ladro gentile è sparito. «Altro che scuse! La prima volta che mi pestano un piede, io ci spacco la faccia».Gli pesta i piedi si scusa e ruba il portafoglio
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