Roma - Inizia l'anno giudiziario e montano le polemiche sul problema "giustizia". Il presidente della Cassazione, all’inaugurazione
dell’anno giudiziario, ha denunciato la giustizia lumaca: i processi,
ha detto Carbone, sono più lenti che in Africa. Il procuratore
generale Esposito: nel 2008 i ritardi sono costati oltre 32 milioni di
euro allo Stato gli indennizzi ai cittadini. Carbone: limitare le
proroghe alle intercettazioni. Esposito: sono un mezzo d’indagine
costoso ma sono essenziali. Il ministro Alfano: per la riforma serve
una squadra coesa.
"Non si può andare avanti così" Sullo fondo della relazione del procuratore generale spicca un monito: non si può andare avanti così. "È mio fermo
convincimento che la magistratura debba restare rigorosamente
estranea a ogni conflitto con le parti politiche: l’unica politica
consentita al magistrato, nell’esercizio delle sue funzioni, è quella
di seguire la legalità". È il monito di cui si fa interprete il
procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, nel suo
intervento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
"Non possiamo andare avanti così" Fanalini di coda della giustizia internazionale. L’ Italia è al 156/mo posto su 181 paesi
nella classifica del funzionamento del sistema giudiziario. "Non
possiamo andare avanti così": lo ha detto il primo presidente della
Cassazione, Vincenzo Carbone, nella relazione che ha aperto la
cerimonia dell’ inaugurazione dell’ Anno Giudiziario.
Nella magistratura sacche di inettitudine Anche nella magistratura sono presenti "sacche
di inefficienza e di inettitudine". A dirlo un addetto ai lavori. Colpisce a fondo Vitaliano Esposito, nella sua relazione
per l’inaugurazione dell’anno.
Per quanto riguarda l’attività in materia disciplinare della Procura
generale, facendo riferimento al potere conferitogli di avviare
procedimenti a carico di giudici e pm, Esposito assicura che
eserciterà con rigore il compito assegnatogli: "Senza
condizionamento alcuno, con il solo fine di contribuire a eliminare
quelle sacche di inefficienza e inettitudine che sono presenti nella
magistratura, ma che coinvolgono una sparuta minoranza rispetto
l’assoluta maggioranza negli appartenenti all’ordine giudiziario, i
quali svolgono la loro attività con impegno, abnegazione, spirito di
sacrificio, elevata professionalità, al solo scopo di rendere un
servizio quanto più possibile efficiente agli utenti della giustizia con
i mezzi umani, materiali e normativi messi a loro disposizione".
Centocinquanta procedimenti a 183 toghe Nell’ultimo anno sono aumentate dell’11%
le azioni disciplinari avviate dalla Procura generale della
Cassazione (111) e dal ministro della Giustizia (36). In tre casi
l’azione disciplinare è stata esercitata per gli stessi fatti da
entrambi. Complessivamente i procedimenti sono stati 150 e hanno
coinvolto 183 magistrati. Lo sottolinea il Procuratore generale della
Cassazione Italiano Esposito nella sua relazione all’inaugurazione
dell’Anno Giudiziario 2009. "L’aumento - spiega Esposito - ha tratto origine da un incremento
sostanzialmente uguale, in termini percentuali, delle azioni
promosse dai due titolari". Le condanne emessa dalla Sezione
disciplinare del Csm sono state 36 mentre 17 sono state le
sentenze di estinzione del giudizio per dimissioni delle toghe
colpite dai procedimenti. 28 sono state le sentenze di assoluzione e
36 quelle che hanno stabilito di non procedere a dibattimento.
Intercettazioni care ma necessarie Le intercettazioni telefoniche
costano molto, ma sono strumenti di indagine "essenziali". È uno
dei punti salienti della relazione del procuratore generale della
Cassazione, Vitaliano Esposito, all’inaugurazione dell’anno
giudiziario. Per Esposito, sono "strumenti utili per il contrasto a
diversi fenomeni criminali e ancora di più necessari per le indagini
sulla criminalità organizzata o finalizzate alla cattura di latitanti, in
un periodo storico in cui il contributo dei collaboratori di giustizia è
estremamente ridotto".
L’auspicio, quindi, "è che siano reperite risorse adeguate a un
servizio più efficiente".
Comunicazioni via web Giustizia al passo coi tempi. "La diffusione delle comunicazioni
via Internet richiede un adeguamento della disciplina". Ad
affermarlo è il pg della Corte di Cassazione, Vitaliano Esposito, nel
suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. "Mentre si è
in attesa - spiega Esposito - dell’entrata in vigore delle norme che
prevedono l’assegnazione agli utenti del cosiddetto ip univoco,
ossia di un codice identificativo che consenta l’individuazione degli
accessi alla Rete e ai siti visitati, occorre che venga definita la
natura tecnica della struttura Skype e similari e della conseguente
attribuzione alla stessa della natura di rete telefonica, soggetta
come tale alle prestazioni obbligatorie previste dal codice per le
comunicazioni".
Alfano: efficienza vitale per democrazia "Recuperare efficienza,
credibilità e fiducia nel sistema giudiziario italiano è una questione
vitale per la democrazia". Così il ministro della Giustizia Angelino
Alfano nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario
oggi in Cassazione, sottolinea l’esigenza di "un vero e proprio
imperativo categorico per tutte le istituzioni", quello di recuperare
l’efficienza nell’organizzazione della giustizia. "Il livello di una adeguatezza raggiunto dalla macchina giudiziaria
- ha detto Alfano - non permette più di concentrarsi per il
superamento di questa o l’altra emergenza.
Necessità un approccio di sistema ed è quello che stiamo
coltivando".
Serve squadra coesa per riforma Per riformare la giustizia serve "un grande lavoro di squadra", perchè solo così si potranno "superare le difficoltà tecniche ed anche quelle politiche", ha aggiunto Alfano. "Una squadra - aggiunge - che si chiama Stato, una squadra ove
non è accettabile che ognuno giochi soltanto per se stesso o
peggio, manifesti preconcetta fiducia verso gli altri protagonisti
della partita". A fare parte di questa
"squadra coesa" sono - secondo Alfano - i magistrati, gli avvocati,
il personale amministrativo, le forze dell’ordine, il Parlamento, il
Governo. "Occorre guardare tutti insieme al bene del Paese che,
ricordiamolo, è il Paese di Irnerio e Beccaria, di Mortati e Carnelutti,
di Saetta e Livatino. Miglioriamo, dunque, la giustizia - conclude -
facciamolo insieme".
"Basta gogne mediatiche" Il governo sta "lavorando ad un diritto processuale autenticamente giusto, rispettoso al contempo delle esigenze investigative e della dignità della persona, soprattutto se estranea all’investigazione e, tuttavia, coinvolta in quella che troppo spesso diventa una gogna mediatica tanto invincibile quanto insopportabile". Ha spiegato il Guardasigilli. «Stiamo lavorando -ha aggiunto Alfano- affinchè il processo sia rapido e sia giusto, consapevoli che un processo giusto con una sentenza tardiva è comunque ingiusto. Per converso, un processo rapido ma che non abbia in sè effettivamente tutte le garanzie del giusto processo non può che approdare anch’esso ad una decisione ingiusta».
Mancino: "Serve una riforma condivisa" Alla giustizia serve "una riforma condivisa" e che introduca ’innovazioni profonde e duraturè, afferma il vicepresidente del Csm Mancino.
Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario Mancino si è rivolto al capo dello Stato:"Quella che stiamo vivendo è una fase interessante per affrontare le riforme necessarie, come Lei, con grande equilibrio e riconosciuto senso delle istituzioni, puntualmente sottolinea auspicando capacità di ascolto e di dialogo tra forze politiche e magistratura".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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