Consiglio comunale costretto ai lavori forzati per tutto il mese. È stato convocato infatti oggi e domani, dalle 15 alle 24, il parlamentino milanese per affrontare la discussione dei 1.395 emendamenti, ovvero le richieste di modifiche, al Piano di governo del territorio, lo strumento urbanistico che dovrebbe mandare in cantina il vecchio piano regolatore. I consiglieri sono chiamati in aula anche la settimana prossima da lunedì a giovedì sempre dalle 15 alle 24. Il problema: la mole di emendamenti pari a un plico di sei chili di carta e i tempi brevissimi per lapprovazione, ovvero fine mese.
Una lotta contro il tempo resa ancora più difficile dallincontro di ieri pomeriggio tra i capigruppo dei partiti di maggioranza e opposizione e Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del territorio e «papà» del Pgt. Un incontro che avrebbe dovuto, viste le premesse dei giorni scorsi, portare a un accordo, o meglio a un tentativo di accordo politico per cercare di sfrondare il numero degli emendamenti. Nei giorni scorsi Masseroli aveva provato a tastare il terreno con maggioranza e opposizione, trovandosi in bilico tra lintransigenza del capogruppo della Lega Matteo Salvini che difendeva a spada tratta le sue 17 richieste e il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino, fermo nelle sue intenzione di «cambiare radicalmente il documento».
Ieri alle prove del tanto agognato accordo non ci si è nemmeno arrivati, perché i rappresentanti delle diverse forze politiche si sono incagliati ben prima, sul metodo con cui affrontare il lavoro in aula. «Incredibile - commenta Salvini, rimasto bloccato a Bruxelles - hanno discusso sul metodo. E ora siamo punto a capo!».
Si dice «deluso» Majorino: «Mi sembra che siamo ancora ben lontani dallaccordo». «Prendiamo atto che ancora una volta - rilancia Giulio Gallera, capogruppo del Pdl - prevale nella sinistra lala radicale e massimalista che punta a impedire il dialogo». «Ho trovato lopposizione irrigidita e non aperta al confronto» chiosa Pasquale Salvatore dellUdc.
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