«Sballiamo il vecchio continente». È la nuova parola dordine dei narcotrafficanti di coca. È stata lanciata per evitare la saturazione del mercato americano e ha trasformato lEuropa nel secondo più redditizio supermarket di «neve» a buon mercato. Lo rivela il rapporto annuale dell«International narcotics control board» (Incb) dellOnu che attribuisce alla Colombia il 50% della produzione mondiale di coca, al Perù il 33% e alla Bolivia il 17%. Il documento tratteggia limmagine di un continente assediato, allintersezione tra la vecchia via caraibica, su cui passa il 40% della coca destinata agli europei, e le nuove rotte africane che da Benin, Isole del Capo Verde, Mauritania e Senegal indirizzano verso Spagna, Portogallo e Regno Unito 200/300 tonnellate di coca lanno. La nuova rotta aggira i controlli imposti sui tracciati caraibici e agevola lascesa della coca confermando il declino delleroina. I circa 3,3 milioni di «eroinomani» europei tendono dunque a diminuire nonostante la marea di oppiacei afghani riversatasi su Iran, Turchia e Balcani. Nellex Paese dei talebani la produzione è cresciuta del 59% nel 2006 e del 17% nel 2007 coprendo il 935 del fabbisogno mondiale. I primi a farne le spese sono però gli iraniani con circa due milioni di eroinomani.
LItalia risente delle nuove tendenze europee. Il crollo dei prezzi della coca, precipitati dai 125 euro al grammo del 99 sotto i 20 euro la dose, fa della penisola il terzo grande «sniffatoio» europeo dietro Spagna e Regno Unito. E la tolleranza per gli spinelli la trascina ai vertici, insieme alla Spagna per consumo di cannabis.
«In Italia recita il rapporto il tasso di diffusione della cocaina è cresciuto stabilmente dall 1,1 per cento del 2001 fino al 2,1 per cento del 2005 raggiungendo livelli ben superiori alla media europea dello 0,8 per cento». Il «Bel paese» vanta insomma un milione e mezzo di cocainomani e circa sei milioni di «spinellati». Il vero paradiso di «biancaneve» resta, però, la Spagna dove lInterpol ha siglato, grazie alle 49,6 tonnellate intercettate nel 2006, il record europeo dei sequestri con un incremento del 2,52%. Per dribblare questi controlli le partite immagazzinate nei «porti franchi» dellAfrica Occidentale (ma anche le spedizioni caraibiche) approdano sempre più spesso in Portogallo. Le 34 tonnellate di cocaina sequestrate nel 2006 - a fronte delle 18 del 2005 - confermano la tendenza di Lisbona a trasformarsi nella capitale europea delle importazioni di cocaina. Per rompere lassedio lInb invita soprattutto a concentrare indagini e risorse nella caccia ai grandi narcotrafficanti. «I grandi trafficanti hanno molto potere, non si sporcano le mani e se ne vanno spesso impuniti» ricorda uno degli autori del rapporto. Lottimizzazione delle risorse non significa permissivismo sociale o indulgenza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.