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Più spettatori in serie B: la sconfitta dei sindaci ribelli

Le prime nove giornate promuovono il sabato pomeriggio

Silvano Tauceri

Il campionato di serie B ha messo finalmente la testa a posto. Dopo nove giornate si può giocare regolarmente (o quasi) ogni settimana e si possono tirare anche le prime somme realistiche in classifica e soprattutto ai botteghini (resta da recuperare solo Torino-Bari, in programma il 18 ottobre): la scelta del sabato ha portato evidenti vantaggi per le società (circa mezzo milione a società in diritti televisivi) e per i tifosi (500 di media in più rispetto alle partite di sera). Ma incombe la nuova minaccia dei sindaci, che hanno provocato lo sconquasso delle prime otto giornate. Non accettano il sabato pomeriggio, in contrasto con la lega e con il Tar del Lazio che, chiamato a decidere sulla questione, ha dato ragione all’organizzazione calcistica. Il piacentino Reggi, che guida ancora la rivolta sotto l’ala protettrice del bolognese Cofferati, sostiene che privilegiare il calcio danneggia le altre attività cittadine, in particolare i mercati. «Ci rivolgeremo al Consiglio di Stato - ha detto - e ai Tar regionali di competenza; potremmo anche votare delibere che concedano l’uso degli stadi il sabato soltanto dopo le 19, in alternativa la domenica pomeriggio». La nuova contestazione vorrebbe già bloccare tre partite di sabato prossimo (Ternana-Torino, AlbinoLeffe-Avellino e Piacenza-Cesena).
Ma i sindaci dovrebbero dedicare qualche minuto alla lettura dei dati sull’affluenza negli stadi della serie B. Scoprirebbero che in questo campionato la media degli spettatori è superiore a quella della stagione precedente. Quest’anno le affluenze minime, cinquemila presenze di media, si sono registrate per la prima giornata, plasmata in tre turni a causa del boicottaggio dei sindaci, e il mercoledì sera. E domenica Torino-Bologna ha regalato uno spettacolo di pubblico, 29.555 spettatori, poco meno di Juventus-Inter di sette giorni prima che rappresentava il top del campionato di serie A. Un dato significativo: anche la B offre motivi di attrazione. Va rilevato che sono scese in B squadre di grandi centri (Bologna, Brescia, Bergamo) al posto di Empoli, Ascoli e Treviso. E l’uscita di scena del Genoa (14mila abbonati) è stata compensata dalla crescita di interesse attorno al nuovo Torino (18mila tessere rispetto alle 5mila di un anno fa). Tutti dati che spiegano anche la crescita globale del pubblico nelle prime nove giornate: dalla media di 6.695 spettatori a partita nel 2004 agli oltre 7mila di questa stagione. Un incremento che sfiora già il 5 per cento.
E come vanno i mercati, che stanno tanto a cuore a Reggi e ai suoi colleghi anti-calcio? Sarebbe interessante accertare se l’eventuale calo di fatturato dipenda solo dal pomeriggio pallonaro.

In controtendenza il sindaco di Mantova ha invece concesso addirittura qualche anticipo delle partite alle ore 15, senza provocare proteste di commercianti, gestori di bar e di bancarelle.

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