Pianura, l’ora del dialogo è finita. Così la polizia si prepara al blitz

Pronto il piano per la "soluzione militare". La discarica sarà pronta martedì prossimo. A quel punto, se i blocchi non saranno rimossi, si procederà con le maniere forti

Pianura, l’ora del dialogo è finita. Così la polizia si prepara al blitz

nostro inviato a Napoli
Il conto alla rovescia è cominciato. Ormai è solo questione di tempo, poi l’emergenza rifiuti a Napoli verrà risolta con lo strumento che tutti, fin dall’inizio, dicevano di non voler usare: la forza. Non serviranno né l’esercito né le teste di cuoio invocate dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
A ripristinare la legalità e ad imporre la riapertura della discarica di Pianura saranno le centinaia di uomini che il ministero degli Interni, d’intesa con il prefetto Alessandro Pansa, sta convogliando da tutto il Centro Sud sul capoluogo campano. Il piano per la soluzione «militare» è stato approntato nel corso degli ultimi giorni, man mano che le trattative per una soluzione concordata della crisi si rivelavano sempre più difficili. Nel grande palazzo di piazza Plebiscito che ospita la prefettura si lavorava, nelle medesime ore, alle due soluzioni.
In una stanza gli incontri a ripetizione, i tentativi di dialogo. In un’altra, il piano per fare piazza pulita, con le buone o con le cattive, dei blocchi stradali organizzati intorno alla discarica chiusa. Ufficialmente, nessuno dice ancora che la strada del dialogo è definitivamente chiusa. In realtà, un imponente schieramento di polizia e carabinieri ha già di fatto circondato le zone di Pianura e dei Pisani, l’epicentro della protesta, e si prepara al blitz. Non è questione, va detto, delle prossime ore: anche perché la discarica non è ancora pronta a ricevere i camion con la spazzatura. Ma già l’operazione che ha dato l’avvio ai lavori preparatori la dice lunga sull’accuratezza con cui i responsabili dell’ordine pubblico stanno preparando il piano di battaglia, sulla base di mappe iper-dettagliate dei luoghi intorno all’impianto di smaltimento. Una zona fatta di pendii a volte scoscesi attraversata da una sola via d’accesso asfaltata ma da numerosi sentieri. Da una di queste entrate secondarie erano passate giovedì mattina le prime squadre di operai. Ieri alle cinque, invece, per consentire alla colonna di camion con il materiale di pavimentazione di superare i blocchi si è scelta la strada della sorpresa. Prima dell’alba la colonna ha superato le deboli resistenze del presidio e da quel momento è iniziato il lavoro di preparazione vero e proprio della discarica. Saranno necessari, secondo le previsioni del commissario straordinario Umberto Cimmino, non più di quattro giorni. Da martedì prossimo o al più tardi da mercoledì la discarica sarà pronta. Da allora ogni momento sarà buono perché i blocchi, se non saranno ancora stati rimossi spontaneamente, vengano spianati e rimossi con la forza. I tentativi di dialogo, però, continueranno fino all’ultimo. Pansa e Cimmino stanno offrendo ai rappresentanti della gente di Pianura una serie di contro partite che considerano il massimo ragionevole. In cambio della riapertura della discarica questo quartiere disastrato – composto da abitazioni quasi tutte abusive, prive di fognature, in parte collegate solo abusivamente alla rete elettrica e idraulica – riceverebbe la promessa di infrastrutture dignitose. Alle poche case in regola viene offerto lo sgravio dell’Ici, alle molte abusive la possibilità di un condono edilizio straordinario. Ieri sul tavolo Pansa ha messo anche 20 milioni di euro stanziati dal governo per bonificare la discarica abusiva di rifiuti tossici che sorge accanto alla discarica ufficiale.
E a chi verrà danneggiato direttamente vengono promessi anche risarcimenti in contanti. Davanti a questo pacchetto di proposte, parte dei politici locali si è mostrata disponibile a ragionare.

Ma la base, la popolazione di Pianura e dei Pisani, è nella sua quasi totalità del tutto insensibile alle lusinghe di promesse analoghe a quelle già fatte in passato, e andate tutte disattese. Così ruspe, blindati, caschi, scudi, manganelli e lacrimogeni si preparano a entrare in servizio.

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