In Piazza Affari rispunta il grande amico di Consorte

Nelle scorse settimane, proprio mentre la parabola dei furbetti del quartierino si stava concludendo con le condanne dei giudici milanesi, in Piazza Affari sbarcava un immobiliarista che conosceva bene molti dei protagonisti di quella calda estate. Il 27 maggio, Le Buone Società ha infatti cambiato l’azionista di riferimento: l’Istituto Ligure Mobiliare ha ceduto fuori mercato per 3 milioni di euro il 27,4% delle proprie azioni alla Fire spa, che attraverso le società Operae e Immofinanziaria, fa capo a Vittorio Casale.
Chi è Casale? Nel 2006 il suo nome finisce nelle indagini sulla scalata Antonveneta quando lo cita il braccio destro di Gianpiero Fiorani, Giancarlo Boni, definendolo l’immobiliarista di fiducia di Giovanni Consorte. Immobiliarista, ma anche finanziere e consulente che era subito apparso una figura centrale in molti affari che in quegli anni legavano Bologna con Hopa, la ex Popolare di Lodi e Bnl. Casale, 50 anni, è un parmigiano cresciuto a Bologna.
Per sua stessa ammissione è un massone, mentre il padre lo ha introdotto a suo tempo nel mondo delle cooperative emiliane: Francesco Casale era legato al potentissimo Pci bolognese degli anni Sessanta, arrivando fino a occupare la poltrona di provveditore alle Opere pubbliche di Bologna. Casale ha dunque respirato, fin da giovane, sia l’aria del «partito» (dove non si è però mai iscritto) sia quella del «mattone». E negli anni Ottanta è uscito dal guscio occupandosi di una miriade di operazioni immobiliari, piccole e grandi, nell’ambito della matrice solidale. Fino a conquistarsi la stima e la fiducia di Consorte, ex numero uno di Unipol. Casale diventa così azionista di Fingruppo (società che controllava la Hopa di Gnutti) e di Meliorbanca (la banca d’affari che nel 2005, sotto la guida di Pierdomenico Gallo, doveva fondersi con Unipol banca ma poi l’operazione saltò). Sempre nel 2005 ha un ruolo nella cessione degli immobili non strumentali di Unipol al fondo Usa Glenbrook, da lui rappresentato insieme ad Alvaro Pascotto (avvocato, poi coinvolto da Consorte nella scalata Bnl): quattro mesi dopo Pascotto e Casale hanno rivenduto a Pirelli Re e Morgan Stanley.
Alla Operae di Casale il gruppo bolognese, soprattutto attraverso la sua banca d’affari Unipol Merchant, aveva infine erogato finanziamenti stimati in 70 milioni.
Le connessioni con l’ambiente diessino-dalemiano si completavano nel Bingo. Attraverso la multinazionale spagnola Codere, Casale era entrato nel business arrivando a gestire (con la filiale italiana di Codere) il 15-20% del mercato in Italia. Mentre nello stesso business operava il dalemiano Luciano Consoli con Formula Bingo, che forniva le sale chiavi in mano.
Casale rispunta ora in Piazza Affari con le Buone Società, la ex Filatura di Pollone riconvertita nel 2010 in una holding di partecipazioni. Una scatola finanziaria, in sostanza. Come la riempirà Casale? Di certo il suo arrivo si è fatto notare: il 30 maggio, all’indomani dell’acquisto (annunciato di venerdì, a Borsa chiusa), il titolo è schizzato con un +25% finendo sotto i riflettori della Consob.

La società ha precisato di non essere a conoscenza né di avere informazioni utili a spiegare l’andamento delle quotazioni. Resta da capire perché la cessione a Fire è avvenuta a un prezzo di 1,03 euro con il titolo che si aggirava sugli 0,33.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica