Picchia la moglie e il giudice lo manda fuori casa Così va a abitare nello stadio degli amici poliziotti

Da anni, ormai, è diventato un idolo, a suon di gol, nella Polis di Sampierdarena, squadra composta in prevalenza da poliziotti e da parenti, amici e simpatizzanti di poliziotti: sarà per il fascino dell’oriundo, sarà per quella foga che ci mette sempre lui quando punta direttamente a rete e non lo ferma più nessuno, sarà anche per quelle sventole che indirizza verso la porta avversaria, sarà chissà, ma insomma, questo immigrato ecuadoriano, esuberante e muscoloso, residente a Marassi con la moglie, s’è meritato un posto da titolare inamovibile in campo e nel cuore dei tifosi. Ecco perché, quando s’è trattato di trovargli un posto dove trascorrere il giorno, e soprattutto la notte, per via di una decisione del giudice, a mobilitarsi per primi sono stati loro, i poliziotti, i parenti, gli amici e i simpatizzanti dei poliziotti, decisi a fare squadra anche fuori dal terreno di gioco per mettere a disposizione del bomber almeno una panca nello spogliatoio, una doccia con saponetta, un paio di asciugamani di spugna sintetica e le ciabattine infradito. Tutta colpa di quella maledetta serata in cui lui, il bomber, s’è dimenticato il fair play del quarto tempo e ha preso in controtempo la consorte, appena rientrata a casa, come dire?, un po’ oltre l’orario. E lui, già sospettoso da tempo e senza ricevere spiegazioni convincenti, s’è messo a tirare sventole di rara potenza. Come in campo. Cioè, non proprio: la moglie s’è presa botte da orbi, in viso e sul lato B. Scatta la denuncia, ma la brillante difesa degli avvocati Marco Mensi e Umberto Pruzzo ottiene la scarcerazione. Solo che, per via dei «maltrattamenti in famiglia in concorso con lesioni personali», il giudice, in attesa del processo, dispone l’obbligo di star lontano da casa.

Una parola! Dove può stabilirsi un bomber ecuadoriano senza lavoro fisso? Non resta che rivolgersi alla polizia, anzi alla Polis. Posto più sicuro non c’è, con tutti quei poliziotti. Ma le sventole, d’ora in poi, sarà meglio dirigerle solo verso la porta avversaria.

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