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Piccoli campioni crescono sul green I nostri dilettanti fanno paura ai big

Classificati anche Colombo, Lombardi e Viganò: l’exploit dei non professionisti azzurri

da Tolcinasco (Milano)

«Ma co’ tutti i bboni che ce stanno qui chiedi l'autografo proprio a me?». Eppure il ragazzino che ha dato il suo cappellino a Nunzio Lombardi al termine dei primi due giri aveva ragione. Romano, vent'anni a novembre, alla sua seconda esperienza all'Open d'Italia, ha chiuso con un -5 che gli ha permesso di passare tranquillamente il taglio e giocare le ultime 36 buche. Un torneo affrontato dallo juniores del Parco di Roma con tranquillità e concentrazione insieme al suo maestro Giovanni Loffredo nel ruolo di caddie. «A fine anno deciderò se passare al professionismo». Il padre non l'ha mai perso di vista, mimetizzato nel rough per non dare nell’occhio, ma soffrendo nel sostenere il figlio che ne parla con grande tenerezza «Ci litigo almeno una volta al giorno, però è e sarà sempre il punto di riferimento. Quando discutiamo non voglio sentire ragioni, però poi ci penso e ripenso su e, anche se i miei hanno cercato di indirizzarmi lasciandomi poi libero di scegliere da solo, mi sono reso conto che papà ha sempre ragione».
Piccoli campioni crescono e lo fanno meglio se i genitori italici, generalmente un po’ «invasivi» li sostengono lasciando che i figli maturino le esperienze anche a suon di «bastonate», in ogni senso. Chi ha seguito questa filosofia contribuendo alla maturazione golfistica del figlio è Gigi Viganò, padre di Claudio, 17enne leone - caratterialmente e come segno zodiacale - da considerare la vera rivelazione fra i sei amateur che hanno preso il via nel torneo. Cresciuto fra le file dei «ragazzini» di Zoate, uno splendido vivaio di cui il padre è responsabile, dopo un primo giro incerto e viziato dall'emozione in 75, ha saputo reagire dando al suo score una scossa di otto birdie e un solo bogey. Viganò non ha pensato al risultato fino alla 18 quando ha capito che per giocare altre 36 buche avrebbe avuto bisogno di un birdie. Detto e fatto. Risultato: 65 per un totale di - 4 e una qualificazione più che meritata.
Con un colpo in meno c’è il terzo dilettante che delizierà i supporter italiani (e il tifosissimo papà), Federico Colombo, il ragazzo prodigio del golf italiano con un lunghissimo curriculum nel quale brilla il titolo europeo Boys a squadre conquistato a 16 anni. Tornato fra noi dopo un'esperienza universitaria negativa negli States si dedica ora anima e corpo all’allenamento in attesa di tentare, a settembre, il primo stage della Qualifying School.
Sul volto di Alberto Binaghi, coach della Nazionale, si legge la comprensibile soddisfazione: «Sinceramente non mi aspettavo dei risultati così buoni anche se sapevo che i ragazzi sono in forma e che l'allenamento invernale in Marocco avrebbe dato i suoi frutti, però a Tolcinasco gli score sono sempre molto bassi.

Sono scesi tanto sotto il par e di questo sono molto fiero».

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