«Piccoli cantanti crescono»

Domani pomeriggio, Sala Petrassi, a conclusione dell’edizione 2009 dell’Opera Studio, canteranno i migliori giovani cantanti istruiti da Renata Scotto, in veste di insegnante. Vengono da ogni parte del mondo i cantanti selezionati, e si chiamano: Tamta Tarieli, Paola Leggeri, Teona Dvali, Rosa Feola, Itxaso Moriones, soprani; Chen Suwei, tenore; Adriana Di Paola, Anna Goryacheva, mezzosoprani; Simone Alberti, Pedro Quiralte Gomez, Sergio Vitale, Roman Burdenko, baritoni. Li accompagnerà l’Orchestra Nazionale dei Conservatori di Musica, diretta da Josè Maria Sciutto.
Si comincerà con l’Ouverture dalle Nozze di Figaro di Mozart, e poi arie e duetti celebri da opere di Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi. Qualche numero dell’accattivante programma: dal Don Giovanni mozartiano «Or sai chi l’onore»; da Cenerentola di Rossini, il duetto Dandini-Don Magnifico; da Capuleti e Montecchi di Bellini, il duetto di Romeo e Giulietta.
Da quali nazioni provengono i cantanti dell'Opera Studio e se ha notato, fra loro, differenze dovute alle scuole di provenienza?
«I giovani cantanti ammessi quest’anno provengono da Brasile, Russia, Georgia, America, Cina, Spagna, Albania e Italia. È naturale che ci siano differenze fra loro a causa delle nazioni e scuole di provenienza. Già le diverse lingue e le rispettive articolazioni fonetiche creano differenze. I cinesi hanno, ad esempio, una pronuncia italiana perfetta, meno i coreani.
Rispetto al passato ci sono paesi emergenti sul palcoscenico del canto lirico?
«Le nazioni dell’Est Europa rappresentano la vera sorpresa, dalla Russia e dalle Repubbliche baltiche arrivano le voci più importanti.
E le voci verdiane? Si sente spesso dire che latitano cantanti con registri drammatici.
«Non è affatto vero. Quest’anno ci sono due baritoni, un soprano georgiano - per quanto i soprani siano più rari - e anche un mezzosoprano, pienamente verdiani».
Fra questi giovani cantanti, tutti selezionatissimi, c'è anche qualche fuoriclasse?
«Sì, posso fare il nome. Nonostante abbia solo 23 anni, e sia quindi ancora molto giovane, è un bel soprano lirico, è italiana, e si chiama Rosa Feola. Canterà domani, naturalmente. Se lo ricordi questo nome».
Dunque l’Italia continua ancora a farsi onore?
«Sì. Alcuni giorni fa, ho laureato vincitrice del “Premio Nazionale delle Arti” ancora una giovane strepitosa cantate italiana già in carriera, un soprano leggero “di coloratura”, che si chiama Maria Laura Martorana, e che ha fatto i suoi studi al Conservatorio dell’Aquila. Un altro caso.

Ho promesso al direttore del conservatorio aquilano che farò da madrina al nuovo Conservatorio».
E manterrà la promessa?
«Certamente. Ma che facciano presto. Devono ricostruirlo bene, ma a tempo di record».
Auditorium. Sala Petrassi. Domani ore 18. Ingresso gratuito. Info:06.8082058.

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