«La piena non ci spaventa ma l’attenzione resta alta»

Il XIII Municipio (Ostia) denuncia: «Abbiamo dovuto sfollare settanta famiglie a cui il Comune ha scippato la casa popolare»

Alessia Marani e Stefano Vladovich

Gli sfollati dell’Idroscalo? Per Veltroni possono pure «arrangiarsi». Sarà un paradosso ma «chiavi in mano» il 30 settembre scorso il primo cittadino di Roma ha consegnato ben 104 appartamenti nuovi di zecca in via della Azzorre a Ostia agli occupanti dell’ex colonia marina «Vittorio Emanuele III», scavalcando chi, di fatto, come le 70 famiglie da sabato sgomberate alla foce del Tevere perché le loro abitazioni rischiano di essere sommerse dal fiume in piena, per una casa popolare e «a prova di rischio idrogeologico» è in graduatoria da almeno 7 anni. E per cui la questione è davvero «di vita o di morte». Una vicenda «poco chiara» su cui il presidente del XIII Municipio, Davide Bordoni, ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica. «È diventato impossibile per noi sul litorale gestire l’emergenza - spiega l’azzurro, a capo del parlamentino lidense la cui sede da due mesi è assediata in segno di protesta da centinaia di esclusi dall’assegnazione e di senzatetto (che ieri hanno anche occupato simbolicamente l’aula consiliare) - visto che ogni piano, ogni proposito vengono stravolti dalla prepotenza del Campidoglio, schiavo di Action e dei suoi accoliti. È pazzesco poi che nonostante una determinazione dell’Ufficio Speciale Casa, la 116 dell’aprile 2004, ne dichiarasse la «priorità», queste persone, circa 110, tra cui tre disabili e numerosi anziani, siano state scippate della casa». Vicenda su cui con una nota congiunta anche An in Comune e in XIII hanno chiesto spiegazioni al Campidoglio. Intanto, da questa mattina dopo avere passato la terza notte consecutiva ospiti della scuola «Quinqueremi», gli sgomberati dell’Idroscalo verranno sistemati in albergo. In attesa di sapere, al termine del briefing tra Municipio e Prefettura che riunirà l’unità di crisi a Palazzo Valentini per le 18, se potranno o no rientrare nelle loro abitazioni. Come, del resto, hanno già fatto ieri pomeriggio gli abitanti del «Passo della Sentinella», villaggio di casupole e bilancioni sul lato opposto della foce, nel territorio di Fiumicino.
«Per il momento - ha sottolineato, infatti, ieri il prefetto Achille Serra - un’esondazione del Tevere è esclusa e non vi è nessun pericolo per l’incolumità dei cittadini. Non c’è bisogno di creare allarmismo, anche se ci troviamo di fronte a una situazione che merita la massima attenzione. Non esiste alcun pericolo di allagamenti nella città di Roma. L’eventualità che il fiume possa sfondare gli argini è davvero lontana». Al vertice di ieri in Prefettura per fare il punto sulla situazione hanno partecipato tra gli altri, il vicecapo di Gabinetto, Luca Odevaine, l’assessore capitolino all’Ambiente Dario Esposito, il sindaco di Fiumicino Mario Canapini, la dirigente della Protezione Civile romana Patrizia Cologgi, Francesco Mele dell’Agenzia regionale per la difesa del suolo, i rappresentanti delle forze dell’ordine e lo stesso Bordoni. Una nuova perturbazione, comunque, è attesa per oggi alle 12. Durerà 24 ore e porterà precipitazioni tra i 60 e gli 80 millimetri, con un picco massimo di 20 mm all’ora. La pioggia darà tregua per qualche giorno ma tornerà a cadere sabato, anche se ancora non si conosce la portata dell’acqua che si riverserà sulla Capitale. Tanto che il vertice per gestire l’emergenza si riunirà ogni giorno sino a domenica.
Dopo l’onda di piena che domenica ha attraversato la città, i livelli del Tevere continuano a scendere: l’idrometro di Ripetta alle 11 di ieri segnava 10 metri e 85 centimetri rispetto ai 12 del giorno precedente; a Fiumara Grande (Ostia) il livello del fiume si è abbassato di 2 metri e 85, anche se qui il Drago 50, l’elicottero dei vigili del fuoco, è dovuto intervenire per mettere in salvo una donna, Giovanna R. I., di 68 anni, rimasta intrappolata sul fazzoletto di terra dell’isolotto di Tor Boacciana. La Protezione civile attende la coda della seconda ondata di piena proveniente dall’Umbria, ma, dicono i tecnici, «non ci sarà emergenza. Sarà una piena indotta, costantemente controllata e monitorata allo scopo di assicurare lo svuotamento della diga di Corbara in previsione delle piogge che si attendono per domani e soprattutto, copiose, per venerdì e sabato. E comunque, il livello delle acque non dovrebbe superare i 12 metri, un’altezza non allarmante». «A rischio - ha proseguito il prefetto tornando a parlare della situazione attuale - per il momento, ci sono i fossi di Prima Porta e Settebagni che con la pioggia potrebbero allagarsi.

Mentre all’Idroscalo abbiamo ritenuto non opportuno fare rientrare le famiglie sfollate anche perché è stato scelto di non ripristinare l’erogazione della corrente elettrica. A Fiumicino i cittadini sono ritornati nelle proprie abitazioni ma in previsione di ulteriori problematiche dovranno essere pronti a uscire di nuovo».

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