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Del Piero-Juve al 2011: "Io vi stupirò ancora"

Il capitano bianconero allunga il contratto per un'altra stagione: "La Juventus adesso è più forte dell'anno scorso, bisogna vincere. L'ultimo passo che ci resta da compiere è reggere tutta la stagione"

Del Piero-Juve al 2011: 
"Io vi stupirò ancora"

Pinzolo - Il sesto contratto che lega la Juventus ad Alessandro Del Piero è stato ufficializzato ieri: la scadenza è stata spostata a giugno 2011, quando l'attaccante avrà la bella età di 37 anni e mezzo, diciotto dei quali passati vestendo bianconero. La trattativa è stata portata avanti a tempo di record: 3 milioni (più uno di diritti d’immagine) e via, verso altri sogni e vittorie: «L'ultima volta era stato più lungo arrivare al dunque - ha ammesso Blanc - ma erano altri tempi e la Juve aveva meno certezze sui propri conti. Oggi è tutto più facile». Dando anche un calcio alla scaramanzia: la doppia firma, come già accaduto con Giovinco, è arrivata di venerdì 17. «In realtà ho avuto la peggio», scherza Del Piero indicando l'occhio nero, eredità di uno scontro di gioco durante l'amichevole contro la Cisco Roma.

Allora, Del Piero: come ci si sente in un giorno così?
«Felice e orgoglioso. Voglio scrivere altre pagine importanti per una società tra le più importanti in Europa».

Si è chiesto come mai abbiate fatto così in fretta?
«Due anni fa era un'altra storia, questa è sicuramente migliore. E siccome, dopo il rinnovo dell'ottobre 2007, ho disputato due ottime stagioni, mi auguro che lo stesso accada adesso».

Si aspettava che la dirigenza avesse ancora fiducia in lei?
«Me lo auguravo e in un certo senso me l'aspettavo. Conosco bene la volontà di questa società e la sua voglia di primeggiare. Ero convinto ci sarebbero stati meno intoppi e così è stato».

Per caso ha deciso di smettere a giugno 2011?
«No. Ma fino ad allora sarò qui. Poi, a tempo debito, ragioneremo sul futuro».

Quanto pensa di andare avanti ancora?
«Fino a quando potrò garantire le mie qualità di sempre. Dico con fermezza che ci sono le premesse per fare alla grande un altro paio di stagioni».

Nell'estate 2007 lei si era quasi ribellato all'idea di essere "solo" una bandiera, volendo essere considerato prima di tutto un grande giocatore.
«Confermo. Non è presunzione, ma consapevolezza. Adesso è il tempo di guardare avanti, non di pensare alle bandiere: quando smetterò, mi volterò indietro e penserò a quello che avrò fatto».

Rinnovando fino al 2011, si avvicina anche la possibilità di giocare nel nuovo stadio: intanto John Elkann le ha già consegnato il pallone da portarvi dentro.
«Quel gesto voleva dire molto, davvero. Ed è chiaro che il legame tra di noi va oltre la vita professionale».

L'ha già chiamata Lippi per farle i complimenti e magari per darle appuntamento al Mondiale?
«Non ancora. E comunque sia chiaro che non ho rinunciato all'idea di difendere il titolo iridato: dipenderà tutto da cosa farò con la maglia bianconera».

Della Juve nascente cosa pensa?
«Tutto il bene possibile. A una gran rosa, si sono aggiunti altri campioni. Anche Cannavaro, certo: se qualcuno lo contesta si ricrederà, perché Fabio può disputare una grande stagione. Siamo più forti dell'anno passato, nessun dubbio. Dobbiamo fare l'ultimo passo: reggere un'intera stagione e non limitarci alle faville di un giorno».

Visti gli investimenti da parte della società e l'entusiasmo di tutti, aumenterà la pressione?
«L'entusiasmo fa bene. Ed è palpabile: adesso tocca a noi».

E se Ibrahimovic dovesse andare a Barcellona?
«Il nostro campionato perderebbe un grande campione. Di sicuro, lui troverebbe un tempo migliore che non a Milano...».

E per la Juve sarebbe più facile arrivare al tricolore.

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