Pillitteri «cucina» il riformismo

Nasce un laboratorio di idee in una ex mensa per i poveri

Via Montegrappa 8 barrato A. Un indirizzo che è la storia del riformismo in salsa ambrosiana e che, sorpresa, potrebbe ancora pesare su Milano. È lì che nasce un nuovo pensatoio della politica: «Cucine Economiche» ovvero ricette per il futuro all’ombra della Madonnina. Ingredienti graditi a quella fetta della città del fare preoccupata dalle scelte di un ex prefetto che ha aperto la sua campagna elettorale con Tonino Di Pietro. Timori comuni a un’area riformista e socialista che, evidentemente, non trova nell’aspirante sindaco alcuna traccia di quella Milano dei simbolici primi cittadini socialisti. E che, quindi, attorno a Paolo Pillitteri con «Cucine Economiche» tenta di offrire nuovi stimoli.

Iniziativa che nasce in quel luogo dove, secondo i principi della Milano benefica di fine Ottocento, gli indigenti potevano contare su un piatto di minestra. E dove, oggi, quel piatto è sostituito da altre proteine e carboidrati che sono troppo pesanti da digerire per quel centrosinistra che, Ferrante in testa, tenta l’assalto a Palazzo Marino.

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