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Pio e Amedeo sorprendono: scorretti sì, ma con il cuore

I due comici portano nel film "Oi vita mia" temi delicati come il fine vita. Con un bravo e commovente Lino Banfi

Pio e Amedeo sorprendono: scorretti sì, ma con il cuore
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La trama è semplice, quasi elementare, come nella migliore commedia all'italiana. Pio gestisce una comunità di recupero per ragazzi, Amedeo una casa di riposo per anziani proprio di fronte al mare nel Gargano. Crolla un tetto nella prima e Amedeo accetta di accogliere, anche se a malincuore, l'amico nella sua. Così anziani smemorati e giovani casinisti si ritrovano a vivere insieme.

Domani 27 novembre tornano in ben 500 cinema Pio e Amedeo con la nuova commedia, prodotta da Our Films e Piperfilm, Oi vita mia in cui, dopo gli ultimi due film (Belli ciao e Come può uno scoglio), la premiata (dal successo) coppia pugliese è passata anche dietro la macchina da presa oltre ad aver scritto la sceneggiatura a cui ha collaborato Emanuele Licitra, il regista del loro leggendario programma su Italia 1 Emigratis. Quel loro lato politicamente scorretto c'è sempre ma viene utilizzato per parlare di temi poco presenti nelle commedia, la disabilità con il sex work, l'Alzheimer con gli anziani, il mondo dell'assistenza sociale. Tutto con il sorriso. "Premessa importante avverte Pio che dei due è quello senza baffi nel film abbiamo cercato di portare un po' delle nostre vite perché bisogna sforzarsi di essere felici anche davanti agli episodi drammatici". Il riferimento probabilmente è al bellissimo personaggio interpretato da Lino Banfi che nel film è soprannominato Monicelli perché, avendo l'Alzheimer, registra tutto con la videocamera: "Per rendere credibile il personaggio racconta Banfi che va per i novanta ("Ma non è vero che i 90 fanno paura") ogni tanto gli facevo tremare la mano".

Proprio grazie a lui, Oi vita mia tocca anche un tema profondo e complesso come quello del fine vita perché, come dice Amedeo, "ogni personaggio ad un certo punto prende la sua scelta, è un film molto libero e anche molto inclusivo, per il concetto che abbiamo noi di inclusività. Perché si può scherzare e essere graffianti su tutto".

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