Non è tenero Silvio Berlusconi sul progetto di costruire alcune torri ultramoderne a Milano in occasione dell’esposizione universale del 2015. Non è tenero e si sapeva, perchè il candidato premier della Cdl ormai non perde occasione per ricordarlo.
E così anche ieri prima dalla Sardegna, ad Alghero dove si trovava per un comizio elettorale, e poi in serata dai microfoni del tg regionale di rai3, il Cavaliere ha ribadito il concetto. Giusto per non essere frainteso.
«Non esiste nemmeno che Milano possa essere sottoposta a un insulto e una infamia tale rispetto alle sue tradizioni e alla sua storia oltre che al presente architettonico- ha spiegato Berlusconi- Non è che può venire un architetto qualsiasi da fuori a sfogare le sue notti insonni facendo un progetto del genere. I milanesi - ha concluso - non sono mica scemi, ci prendono per “baluba“?».
Fino a qui le critiche a un progetto che proprio non gli va giù. Poi l’annuncio qualora, comunque, quell’idea dovesse passare. Silvio Berlusconi si è detto pronto a mettersi a capo di un movimento di milanesi contrari ai nuovi progetti urbanistici di grattacieli in vista dell’Expo. L’ex premier ha ribadito il suo no a «qualcosa che non ha niente a che fare con la Milano che esiste e che amiamo».
«Mi metterò a capo di un movimento di milanesi e sono sicuro - ha detto il leader del Pdl- che saranno tantissimi a seguirmi se questo dovesse andare avanti. Degli architetti pur famosi non possono venire a Milano e presentarci qualcosa che non ha niente a che fare con la nostra tradizione urbanistica, con la Milano che esiste...»
Da un grattacielo all’altro il passo è breve. Così dai progetti di Daniel Libeskind, Zaha Adid e Arata Isozaki il Cavaliere è passato ad occuparsi del Pirellone non dal punto di vista architettonico questa volta ma da quello politico.
Più precisamente della possibilità che, dopo Roberto Formigoni dato in partenza sicura verso un incarico di governo, il candidato del centrodestra a guidare la Regione Lombardia sia un leghista.
Un via libera alla Lega per la presidenza del Pirellone che potrebbe giocarsi in un testa a testa tra due volti noti: l'ex ministro Roberto Castelli e Roberto Maroni. Entrambi hanno ottime carte da giocarsi.
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