Pirellone sgomberato, ma è una prova

L’allarme suona alle 12 e 16 minuti. Non c’è paura negli occhi dei mille e 300 dipendenti di Palazzo Pirelli. Si alzano dalle loro postazioni e scivolano giù per le scale, fuori dal Pirellone, dove gli uomini della Protezione civile li aspettano, per contarli. Tutti presenti, tutti «salvi». La macchina funziona alla perfezione: da una parte chi ogni giorno abita la sede della Regione, dall’altra tutte le forze mobilitate per la simulazione dell’evacuazione: 6 vigili del fuoco, 21 volontari della Protezione civile e diversi agenti della Polizia locale. Di fianco, in piazza Duca D’Aosta gli uomini del 118 con tre ambulanze, un’auto medica e dei veicoli per le maxi emergenze. Anche loro partecipano alla simulazione, montando in pochi minuti delle tende termiche pronte ad accogliere i «sopravvissuti». «Questa esercitazione va inserita in un contesto più ampio quale è la settimana della sicurezza - spiega l’assessore regionale alla Famiglia Giancarlo Abelli -. Vogliamo innanzitutto informare». Informare a 360 gradi: «Partendo dalle procedure di emergenza - continua Abelli - passando alle norme sulla sicurezza in ufficio, fino alle posizioni corrette da tenere davanti agli schermi dei pc».
Insieme ad Abelli, ieri mattina ha seguito la prova anticendio di palazzo Pirelli anche l’assessore e vicepresidente del Consiglio regionale Viviana Beccalossi. Proprio lei era presente quel famoso 18 aprile del 2002, quando un aereo si schiantò contro la sede della Regione.

«Ho vissuto in prima persona quella tragedia e quindi la ricordo molto bene - racconta - per fortuna poco prima avevamo fatto un’esercitazione come questa e tutti i dipendenti erano pronti per affrontare l’emergenza». Allora, morirono solo due persone: «Due avvocatesse - continua Beccalossi - la prima venne presa in pieno dal mezzo, l’altra invece, fu scaraventata fuori per l’impatto».

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