Roma

«Per il piromane una condanna esemplare»

«Per il piromane una condanna esemplare»

Alessia Marani

Preso. In trappola uno dei presunti piromani che dall’inizio dell’estate hanno messo a ferro e fuoco auto e scooter parcheggiati per le strade della città. Si chiama Gianluca R., è un operaio di 26 anni, piccoli precedenti penali alle spalle (ma non specifici) e vive all’Eur: è accusato di avere dato fuoco alle due vetture, una Nissan Terrano e una Rover, ridotte in cenere nella nottata tra il 9 e il 10 agosto in via Fiume Bianco, al Torrino. A lui i militari del maggiore Lorenzo Falferi sono arrivati grazie soprattutto alla segnalazione di tre testimoni che lo avrebbero visto fuggire a bordo della sua Opel Corsa blu scura subito dopo avere appiccato il rogo. Con lui anche altri complici, tutti giovani sui vent’anni, sulle cui tracce ora indagano i carabinieri. «È la conferma - spiegano gli investigatori - che siamo alle prese soprattutto con bande di ragazzi che agiscono per noia e spirito di emulazione. Fondamentale diventa, dunque, la collaborazione dei cittadini. Perchè questi manipoli possono agire ovunque, in qualsiasi strada o viottolo. È impensabile poter presidiare ogni angolo della città. Ma se i residenti collaborano, tengono gli occhi ben aperti, notano e segnalano movimenti o persone sospette, ci sono buone possibilità di fermare gli incendiari. L’arresto del 26enne ne è una dimostrazione». Per stamattina è fissata l’udienza di convalida. Nell’abitazione di Gianluca R. i carabinieri avrebbero rinvenuto altri elementi utili all’inchiesta. Un tipo «normale» come lo descrivono inquirenti e conoscenti. Un ragazzotto alto più di 1,80 metri, costituzione robusta, che non avrebbe dato in precedenza segni di squilibrio psichico. Un lavoro saltuario, una famiglia «normale». «Adesso - ha commentato il prefetto Achille Serra proprio al termine della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato ieri mattina a Palazzo Valentini per fare il punto sulla strategia antipiromane - ci aspettiamo una sentenza esemplare. Un messaggio forte per chi ha fatto degli incendi di auto e scooter il gioco dell’estate. Dopo questo arresto, comunque, l’azione sul territorio sarà ancora più incisiva. Oltre agli uomini in divisa, agenti della squadra mobile e carabinieri in borghese presidieranno la città in stretta collaborazione con le pattuglie della polizia municipale».
Con le forze dell’ordine si è congratulato anche il sindaco Walter Veltroni ribadendo ancora una volta l’importanza decisiva della partecipazione dei cittadini: «È grazie alle loro chiamate e segnalazioni che possiamo assicurare alla giustizia i responsabili di queste azioni sciagurate». Sottolineando che il fenomeno «ha ormai assunto una dimensione pesante», il sindaco ha aggiunto di avere chiesto gli uffici «di predisporre gli strumenti necessari per aiutare i cittadini danneggiati, soprattutto appartenenti alle fasce più deboli, strumenti da rendere operativi quanto prima». Una sorta di «fondo di solidarietà» a sostegno delle «persone a reddito più basso che vengono private di un mezzo quale l’automobile necessario anche per il lavoro e che non sono tutelate dalle assicurazioni». Per Enrico Gasbarra, presidente della Provincia, «il senso civico dei romani e la fiducia nelle forze di sicurezza rappresentano l’arma in più nella capitale nel controllo di un territorio complesso e vastissimo».
Intanto, la scorsa notte altre tre vetture sono bruciate a San Basilio. Oltre duecento i veicoli e gli scooter dati alle fiamme da giugno a oggi. Un altro piromane era stato arrestato a metà luglio. Poi rilasciato e comunque affidato a una casa di cura psichiatrica per evidenti segni di instabilità mentale. «È chiaro - afferma Falferi - che non abbiamo a che fare con episodi tutti chiaramente riconducibili a una stessa mano. Distinti i singoli casi bisogna operare incrociando segnalazioni, sospetti, tracce raccolte dai reparti della scientifica.

Invitiamo tutti i cittadini a fornire informazioni utili alle indagini».

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