Emanuela Fontana
da Roma
Mai abbassare la guardia, essere «sempre pronti» a ogni «malaugurata evenienza». Sarebbe «una colpa davvero inespiabile sottovalutare la minaccia terroristica». Limpianto di prevenzione procede, gli obiettivi sensibili ora sono «13mila», ma si passerà a una fase «più avanzata» con prove antiterrorismo «a sorpresa».
Il ministro dellInterno Beppe Pisanu è tornato a lanciare lallarme. Lo ha fatto al termine di una riunione del Comitato nazionale per lordine e la sicurezza pubblica che si è svolta al Viminale. Ha citato gli studi degli esperti, che indicano in «quindici anni» il tempo necessario agli Stati per debellare il terrorismo internazionale. «Anche le analisi più prudenti», ha chiarito il ministro, prevedono che la rete del terrore possa «creare serio turbamento allordine e alla sicurezza almeno per altri quindici anni».
Poi un esame della situazione italiana in particolare. Nel nostro Paese non si organizza solo la distribuzione di documenti falsi, ha sottolineato Pisanu, ma si contattano islamici da addestrare come kamikaze pronti a colpire allestero e in Italia. Non solo logistica, ma anche reclutamento vero e proprio. Questo è stato laspetto su cui ha più posto laccento il titolare del Viminale: «Cè stata anche unattività più minacciosa - ha ricostruito Pisanu - : il reclutamento e linvio in zone di conflitto etnico-religioso di combattenti islamici. Chi è pronto a combattere allestero - è stata dunque la sua precisazione - può essere pronto anche a combattere allinterno». Il ministro si è riferito anche a quanto è accaduto a Madrid e a Londra: «È questa la lezione che ci viene dallInghilterra e dalla Spagna, dove i terroristi erano per la stragrande maggioranza persone di immigrazione non recente». Il lavoro delle forze dellordine continua intensamente, ha comunque assicurato Pisanu, e in particolare sul filone economico il ministro ha sottolineato lattivismo della Guardia di finanza, che ha «18 inchieste in corso» per intercettare i canali di finanziamento di Al Qaida.
Gli obiettivi sensibili in questo momento in Italia sono 13mila: «Come misure antiterrorismo, in Italia, ci siamo - ha valutato il ministro -. Il sistema di dissuasione complessivo si è rivelato sinora efficace».
Controlli interni e esterni, indirizzati a quegli Stati più pericolosi come possibile base di partenza di presunti attentatori. Diventa sempre più monitorata, per esempio, larea della Somalia: «Dopo la sconfitta afghana di Al Qaida - ha spiegato il responsabile della sicurezza pubblica - avevo detto che questultima tendeva a dislocarsi in altre zone e in altri territori a debole struttura statuale».
Limpegno è massimo, lallarme anche, ha ribadito il numero uno dellInterno. La prova generale in caso di attentati che si è svolta la scorsa settimana a Milano «non è stato uno show, ma un test». Pisanu ha stroncato così le ironie su quanto accaduto nel capoluogo lombardo, dove sono state simulate esplosioni, con finti kamikaze e finti feriti. Lobiettivo è stato quello «di sperimentare una macchina organizzativa molto complessa». Ha quindi liquidato i critici: «Forse perché non ho un carattere particolarmente ilare e perché mi occupo di temi non allegri, mi è sembrata fuori luogo lironia sulle esercitazioni di Milano».
Ci saranno altri test ma «a sorpresa», le prossime prove saranno «riservate». È stata data grande pubblicità alla simulazione di Milano «perché ci interessavano le osservazioni e le critiche dei giornalisti». Ma ora le prove saranno meno mediatiche. Simulazioni, dunque, «improvvise, continuative e riservate». Per le quali non sarà necessario un aumento di personale: «Lesercitazione di Milano - ha ricordato il titolare del Viminale - è stata condotta esclusivamente con uomini e mezzi già in dotazione alla città.
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