A un anno dalle elezioni il centrosinistra prova a compattarsi facendo la voce grossa, ma Giuliano Pisapia spiega che ha imparato solo ora come funziona il governo di una città. Il sindaco nicchia sulla sua candidatura, lo ha fatto anche di fronte ai suoi sostenitori riuniti al Cam Garibaldi due sere fa, e ribadisce che è stato fatto molto, e molto si deve migliorare visto che - ora sì - lui e suoi sanno dove mettere le mani. Mentre loro imparavano il mestiere di amministratore, però, molte zone della città sono sprofondate nel degrado. Tanto che lo stesso Comune ha organizzato le ronde sociali per cercare di arginarlo. Il primo cittadino, di fronte ai suoi supporter più convinti, ha battuto molto sulla mancanza di esperienza della squadra: «Questo cantiere non deve essere un luogo in cui vendere sogni ha spiegato ora sappiamo come funziona il governo della città e per questo dobbiamo possiamo continuare il percorso per tornare a vincere». È evidente che la cure della città e dei suoi quartieri è un punto debole della gestione arancione del Comune. E Pisapia ha anche tenuto a rivendicare alcuni interventi, come gli investimenti che «per quanto riguarda la spesa corrente sono stati per l'80% dirottati sulle periferie». Per molte delle cose che non hanno funzionato, poi, si è aggrappato all'alibi della burocrazia. «Non avete idea delle difficoltà che crea si è lamentato e della quantità di lacci e lacciuoli che impediscono di agire alle istituzioni».
Rivendicazioni, buoni propositi per il futuro, rivelazioni di cui tutti erano al corrente, e ancora niente decisioni sulla sua candidatura. Solo la convinzione che la sinistra può solo vincere nel 2016, visto che - senza sapere dove mettere le mani - ha ottenuto qualche risultato. È così che sono tornati i Comitati per Milano, già Comitati per Pisapia, da tempo quasi spariti dalla vita politica della città. E Paolo Limonta, moderatore della serata, ha dovuto avvertito che non avrebbe dato la parola a persone o troppo entusiaste o troppo critiche nei confronti con Palazzo Marino. Ma le difficoltà cui andrà incontro il centrosinistra sono apparse evidenti, per esempio quando il segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati, ha ricevuto la sua dose di fischi mentre cercava di rivendicare i meriti del governo Renzi in tema di occupazione. Pochi imbarazzi trova invece il centrodestra nel bocciare senza appello l'era Pisapia. Le ostentate certezze sulla vittoria della sinistra vengono bollate come «sciocchezze» dalla Lega. Mariastella Gelmini rileva che «le uniche conquiste che Pisapia ha potuto vantare con realismo sono le eredità del centrodestra», per il resto «molti proclami», «per questo - spiega - la sua sicurezza sulla vittoria è tutt'altro che ben riposta». «Milano - conclude - ha diritto a un sindaco più concreto, presente, e più capace di scelte concrete in sintonia con tutta la città».
E anche Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) non è più clemente: «L'amministrazione arancione è stata disastrosa». «Rimangono le emergenze, quelle a cui adesso il sindaco dice di volersi dedicare. Peccato che sia stato proprio lui a farle diventare tali con un disinteresse lungo quattro anni: sicurezza, periferie, abusivismo».