Pisapia difende Maran (soprattutto dagli alleati)

Il sindaco «non ha subito» e «non subisce alcuna pressione legata all’inchiesta Penati e alla composizione della giunta». Giuliano Pisapia è tornato a indossare la toga da avvocato in consiglio comunale, ieri seduto di fianco all’assessore ai Trasporti al centro delle polemiche per l’affinità con l’ex presidente della Provincia accusato di tangenti e i sospetti sollevati dagli sms spuntati dai faldini dei pm, ha ribadito che «non esiste nessun caso Piefrancesco Maran». «Ho in lui una fiducia piena e cristallina - ribadisce - e quello che è avvenuto nei suoi confronti rasenta la barbarie. Chi chiede per sè e per la propria parte politica del garantismo dovrebbe vergognarsi». Dimentica però che a sollevare per primo il cosiddetto «caso Maran» non è stato nè il Pdl nè la Lega, ma un partito di maggioranza: l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. É il consigliere Pdl Giulio Gallera a sottolineare che anche lui entrò giovane nella giunta Albertini, ma con una delega ai Servizi civici e non con quella che è considerata, forse, la più pesante dell’amministrazione. Un’opposizione low profile rispetto alle barricate annunciate nei giorni scorsi.

Forse anche per evitare l’effetto show minacciato dalla capogruppo del Pd : « Evitiamo di buttarci addosso inchieste reciproche». Ma il capogruppo Pdl Masseroli svela «l’Opa di Pisapia sul Pd. C’è la fila ad attaccarsi al “Papa Giovanni“, disconoscere il partito e ripulirsi».

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