Pizzetti: "Non mi dimetto, ma la legge va rivista"

Pizzetti: "Non mi dimetto, ma la legge va rivista"

Roma - "Registro che Sircana non condivide il nostro provvedimento. Le sue critiche, come quelle di altri, confermano la necessità di uno sforzo per migliorare gli strumenti e la normativa a disposizione dell'Autorità". Così il presidente dell'autorità garante della Privacy, Francesco Pizzetti, torna sul caso dell'inchiesta di Potenza e sulla decisione dell'Autorità di vietare la pubblicazione delle foto che ritraggono il portavoce del governo Silvio Sircana che in auto si accosta a un transessuale.

Intervenendo a un convegno sui diritti e i doveri dell'informazione organizzato dalla Fnsi, e con accanto proprio uno dei suoi più accesi critici, il direttore del Giornale Maurizio Belpietro, il garante ammette che "gli strumenti normativi vanno migliorati, e occorre uno sforzo comune tra l'autorità, i giornalisti e il legislatore". Il tanto contestato "blocco" della pubblicazione, ha chiarito Pizzetti, "è un provvedimento emergenziale e non ad personam, preso molto a malincuore, ed è la dimostrazione che la normativa va corretta".

In particolare, il garante ha detto di non condividere "la sanzione penale applicata a una violazione del diritto di informazione. Credo - ha aggiunto - che sarebbe opportuno ripensare quella norma, che fa storcere il naso anche in Europa. Dovremo trovare modalità più efficaci e meno punitive: si possono studiare non tanto sanzioni pecuniarie quanto procedimenti per un equo ristoro, che assicuri una tutela di tipo amministrativo agli interessati". Inoltre, ha detto Pizzetti convenendo con quanto affermato poco prima da Belpietro, "il problema non sono tanto i giornalisti quanto la protezione dei dati da parte della magistratura. L'autorità ha fatto il possibile, ha scritto a tutti, da Mastella a Mancino, per invitare a una maggiore protezione dei dati di privacy.

È opportuno - ha concluso - che i magistrati custodiscano gelosamente le informazioni inerenti la sfera privata degli indagati, e che il legislatore torni a ragionare sull'allargamento della protezione della privacy negli atti giudiziari".

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