Plinio espulso «resiste» a Ronzitti. Bagarre in aula

Plinio espulso «resiste» a Ronzitti. Bagarre in aula

(...) il cartellino rosso indicando la porta d’uscita all’esponente dell’opposizione. Tutto è iniziato da un’interrogazione sui disservizi ferroviari e gli Eurocity presentata dal collega Gabriele Saldo. Durante la risposta dell’assessore Enrico Vesco, che stava cercando di spiegare quanto la Regione abbia investito sul trasporto ferroviario, ecco arrivare la battuta di Plinio che, a microfono chiuso ma a voce alta, cerca di ribattere a Vesco dicendo che con Burlando ministro gli Eurostar deragliavano ogni giorno.
Da qui il primo rimprovero di Ronzitti che ammonisce il consigliere di opposizione. Richiamo formale che non sembra intimidire Gianni Plinio caparbio nel continuare la sua accusa, rivolgendosi anche a Ronzitti in tono polemico. L’intemperanza del capogruppo di An fa perdere definitivamente le staffe a Ronzitti che decide di espellere dall’aula il consigliere. Ma Plinio dice «no», non vuole andarsene. «Io non esco perché non ne vedo le ragioni» e definisce Ronzitti un «vecchio comunista» e un «presidente fazioso». Il presidente chiama addirittura in soccorso il suo bodyguard: si tratta di Franco Rocca, consigliere biasottiano che per la stazza potrebbe anche assomigliare ad un butta fuori, ma sulle condizioni fisiche lascia un po’ a desiderare. Lui, segretario del consiglio, si avvicina lentamente ad un Plinio che continua a buttare fuoco, invita il collega nei panni dello «sbirro» a farsi ancora un giretto prima di andarlo a prendere ma quando Rocca si fa largo tra i banchi dell’aula e lo invita ad alzarsi Plinio esclama: «Lei manda Rocca a portarmi fuori, ma sappia che lui non è un soldato di Ceausescu». Seduta sospesa, e il presidente convoca l’ufficio di presidenza.
Si va nel dopo gara con Rosario Monteleone, vicepresidente del consiglio che interviene a difesa di Ronzitti: «Il comportamento di Plinio è stato molto grave, un’offesa all’aula, all’autorevolezza del Consiglio e al suo presidente» denuncia il consigliere Udc. La dichiarazione di Monteleone è seguita dalla replica di Plinio che definisce ruffianesche le dichiarazioni del vicepresidente: «Non essendo presente, come spesso gli accade, al momento dei fatti ha perso un’ottima occasione per tenere il becco chiuso». In difesa del capogruppo di An è intervenuto Matteo Rosso: «L’atteggiamento tenuto dal presidente è stato caratterizzato da un eccesso di intolleranza di fronte ad un battuta che non offendeva nessuno - spiega Rosso, unico nel centrodestra a prendere le difese del collega -. Peraltro dispiace constatare che ulteriore benzina sul fuoco venga gettata da Monteleone, non presente in aula al momento dello scontro verbale». A questo punto a scatenarsi sono le reazioni della maggioranza che si compatta intorno a Ronzitti. I capigruppo del centrosinistra si affidano ad un comunicato congiunto: «Ancora una volta il consigliere Plinio non rispetta le regole che presiedono alla conduzione del Consiglio e assume un atteggiamento in contrasto con qualsiasi norma di comportamento civile e buona educazione, offendendo così la dignità dell’intero consiglio regionale» si legge nella nota.
Il più duro è proprio il presidente che lascia il suo ruolo super partes e arriva ad attaccare Plinio sul piano personale offeso dalla nota diffusa dal consigliere della minoranza: «Lo squallore e la volgarità del consigliere è propria degli eredi dello squadrismo fascista e non dovrebbe essere degna neppure di una risposta - prosegue Ronzitti -. Essendo questo consigliere estraneo alla democrazia, alle sue regole e alla sua cultura è capace di brandire solo l’offesa e l’aggressione come i suoi “antenati” brandivano i manganelli. Da tempo ha finito per essere solo una “comparsa” di uno spettacolo penoso, espressione di una stanca, bugiarda e rituale monotona “sceneggiata del grottesco e della farsa”». Dichiarazioni di fuoco che fanno seguito a quelle del consigliere del Popolo della libertà che aveva detto: «Nonostante la nuova veste istituzionale che Ronzitti si cerca di dare, evidentemente l’intolleranza del vecchio comunista nei confronti del dissenso politico ogni tanto ritorna».

L’ultima battuta ce l’ha Plinio: «Si crede Napolitano, ma è “Napolitano de noatri”, cioè un Ronzitti». A prendere le difese del presidente è arrivato in ultimo anche il presidente della Regione Claudio Burlando, «voglio ribadire tutta la mia solidarietà a Ronzitti - dice il Governatore - è un episodio molto grave».

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