Podestà detta il fax del Quirinale: «Scrivetegli in difesa del voto»

Il tentativo è quello di sgomberare il campo da confusione ed equivoci, soprattutto nei confronti degli alleati della Lega, che inizia a manifestare più di qualche mal di pancia per la bocciatura del ricorso presentato dal Pdl martedì poco prima delle 13. Nel mirino, almeno in parte, delle polemiche interne al partito ed esterne, il coordinatore del Pdl, Guido Podestà, e il vicecoordinatore Massimo Corsaro. «È stato raccolto lo stesso numero di firme dell’altra volta dalle stesse persone, con le stesse competenze. Vi è una serie di osservazioni su aspetti del tutto formali che questa volta sono stati fatti e le altre volte no e che potrebbero essere estese a tutte le liste presentate in tutte le Regioni d’Italia» mette le mani avanti Podestà.
Nel corso di una riunbione con il governatore, Roberto Formigoni, e con i candidati del Pdl, Podestà propone la sua strategia di coinvolgere il Quirinale. Detta il numero di fax del presidente della Repubblica e invita a scrivere e far scrivere a Giorgio Napolitano in difesa del diritto di voto.
In «soccorso» di Podestà interviene Massimo Corsaro, vicecoordinatore del Pdl, per ribadire l’assoluta correttezza e la conoscenza delle regole dimostrata dal partito. «Le firme sono valide - ribadisce Corsaro -. I giudici eccepiscono formalismi delle autentiche». Sia chiaro che gli «autografi», sono perfettamente in regola. «La sentenze di oggi (ieri, ndr) è pilatesca. Ne prendiamo atto. Per vedere chi ha ragione passiamo quindi a un giudice terzo, il Tar, che avrà maggior serenità nel giudicare: ora comincia la vera partita».
Ma Podestà va oltre e grida al complotto. Difficile credere - il suo pensiero - che si possa trattare solo di timbri quadrati o tondi o cose del genere. Soprattutto se sul tavolo c’è un diritto, quello al voto, che rischia di venire negato a milioni di lombardi. «Comincio a credere che dietro ci sia qualcosa di premeditato - osserva -. Tantissime sentenze del Consiglio di Stato, infatti, ci danno ragione sulle formalità. La volontà dei cittadini deve venire garantita come diritto costituzionale di potere votare». E non si dica che ci si appiglia alla solita teoria complottista, a dirlo è qualcuno che non si può certo definire simpatizzante del Pdl: «Così si rischia che gli elettori non trovino il proprio partito nelle schede elettorali - sottolinea il coordinatore regionale - come ha denunciato Massimo Cacciari, che certo non può essere sospettato di essere di parte».
Insomma le formalità rischiano di negare un diritto democratico: «Formalità che in moltissime sentenze il Consiglio di Stato ha dichiarato non essere essenziali per la validità delle firme» ha concluso. Necessario rinviare le elezioni? «Assolutamente no».

Dulcis in fundo, Podestà affronta i rapporti con la Lega che ha chiesto un incontro urgente per chiarire le responsabilità. Richiesta «comprensibile» per il coordinatore del Pdl, che non esita a togliersi un sassolino dalla scarpa «La Lega è ben consapevole dei passi fatti assieme».

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