LA POLEMICA Sculture contese La Cina si vendica e boicotta Christie

Pechino ha fatto di tutto per riavere quei due bronzi sottratti dal palazzo d’Estate di Pechino. Persa la causa e anche l’asta per il «topo» e il «coniglio», arriva la vendetta del governo cinese contro la casa d’aste. Lo sviluppo di Christie’s in Cina sarà molto limitato: l’autorità cinese per i Beni culturali ha infatti imposto forti limiti sugli oggetti che la società può portare dentro o fuori dalla Repubblica popolare cinese. Le autorità cinesi hanno inviato una circolare a tutti i dipartimenti culturali, le gallerie d’arte e anche agli uffici della casa d’aste in Cina annunciano le nuove misure, scrive l’agenzia di Stato Xinhua. Sarà necessario dimostrare un certificato di possesso legale e fornire dettagli sulla provenienza per ogni oggetto da mettere in vendita, si legge nel documento.

Pechino accusa Christie’s di aver messo all’asta in passato oggetti «di contrabbando o illegalmente presi». Tra questi, ovviamente, anche le due teste del XVIII secolo della collezione YSL, trafugate nel 1860 dalle truppe franco-britanniche.

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